Riciclaggio denaro, record nel 2022: i dati CGIA per la Sicilia - QdS

Economia in mano “all’agenzia servizi” della mafia, Sicilia “regina” delle aziende confiscate

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Economia in mano “all’agenzia servizi” della mafia, Sicilia “regina” delle aziende confiscate

Marianna Strano  |
sabato 09 Settembre 2023

I dati su riciclaggio di denaro e operazioni sospette della CGIA rivelano che nel 2022 in Sicilia si sono registrati più provvedimenti di confisca di aziende alla mafia. Ecco cosa emerge dal report.

“Nel 2022 il numero di operazioni sospette (SOS) pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia ha toccato il record storico di 155.426 segnalazioni“: si apre così l’ultimo report della CGIA sul riciclaggio di denaro in Italia. Un rapporto che parla di operazioni sospette, ma anche di sequestri alla mafia e pmi in difficoltà: tutti fenomeni che interessano fortemente la Sicilia, prima Regione per numero di aziende confiscate alla criminalità organizzata.

Ecco i dati disponibili nel report della CGIA di Mestre.

Riciclaggio denaro e confische alla mafia nel 2022, i dati della Sicilia

Secondo la CGIA, “le aziende confiscate definitivamente alle associazioni criminali hanno sfiorato le 3mila unità” nel 2022. Oltre due su tre hanno sede legale al Sud. In questa classifica, purtroppo, la Sicilia si trova al primo posto: ben 888 casi solo nel corso dello scorso anno. Seguono la Campania (521 casi), il Lazio (439), la Calabria (359) e la Lombardia (248).

La criminalità continua a detenere il potere dell’economia, le mafie sono sempre più “borghesi” e operano nei settori più disparati. I settori più interessati – secondo il report sul riciclaggio di denaro nel 2022 della CGIA di Mestre – sono: costruzioni (22,6%, un settore che – tra l’altro – in Sicilia sta giocando un ruolo fondamentale nella ripresa economica), commercio (20,7%), ristorazione e ricettività (9,7%) e attività immobiliari (7,9%).

Sul fronte della segnalazione di operazioni sospette per riciclaggio, terrorismo e proliferazione di armi di massa, nessuna città siciliana risulta tra quelle a maggior rischio. Il numero di segnalazioni più allarmante si registra in città come Milano, Roma, Prato, Napoli e Crotone. Le grandi aree metropolitane e le “roccaforti” della criminalità al Sud. Come regione, la Sicilia si colloca nella classifica nazionale al quintultimo posto con 8.936 segnalazioni nel 2022 (contro le oltre 19mila della prima regione, il Lazio).

Tra le città con maggior numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio di denaro nel 2022, Palermo ottiene il 47esimo posto (su 108 città considerate). Seguono Ragusa (posizione 57), Agrigento (59), Messina (61), Catania (67) e Caltanissetta (68). Chiudono la classifica siciliana Trapani, Siracusa ed Enna, rispettivamente al 74esimo, all’86esimo posto e al 100esimo posto.

La “nuova organizzazione” della criminalità

Il report 2022 della CGIA di Mestre sul riciclaggio di denaro in Italia non riporta solo dati, ma anche riflessioni sull’evoluzione dell’attività delle mafie e della piccola e grande criminalità. I criminali sono “meno propensi a usare metodi violenti, come le intimidazioni o le estorsioni, per contro privilegiano un approccio più ‘commerciale’, attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle aziende, sfruttandone la vulnerabilità economico finanziaria“. La crisi pandemica, la guerra e poi l’inflazione sembrano aver incrementato il giro d’affari delle mafie, che – soprattutto alle pmi, quelle più in difficoltà – si offrono quasi come vere e proprie “agenzie di servizi“.

Da qui l’allarme della CGIA: “Il pericolo che la criminalità economica stia incuneandosi nel nostro mondo produttivo è sempre più elevato. Non solo. Se la combinazione tra l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti bancari alle Pmi verificatosi in questo ultimo anno dovesse continuare, non è da escludere che il numero delle imprese a rischio infiltrazione mafiosa sia destinato a crescere ulteriormente”.

Immagine di repertorio da Imagoeconomica

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