Rifiuti, necessaria sinergia tra Istituzioni ed Enti locali" - QdS

Rifiuti, necessaria sinergia tra Istituzioni ed Enti locali”

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Rifiuti, necessaria sinergia tra Istituzioni ed Enti locali”

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sabato 04 Dicembre 2021

Mario Alvano, segretario generale di Anci Sicilia: "Soffriamo la carenza di impianti ad hoc sia per il conferimento dei rifiuti che per il trasporto, con conseguente aumento dei costi"

I Comuni siciliani sono spesso costretti a imporre ai cittadini un conto salato per la gestione dei rifiuti, scontrandosi con un sistema che richiede di tenere in attivo le casse dell’amministrazione. Allo stesso tempo, però, sono ancora tanti i siciliani che non contribuiscono al pagamento della Tari e solo pochissimi Comuni, come ad esempio quello di Sant’Agati Li Battiati (Ct) riescono a scongiurare aumenti e a non inficiare sulle tasche di quella piccola fetta di cittadini che paga la Tari. Per comprendere le criticità che le amministrazioni comunali devono affrontare, Mario Alvano, segretario generale di Anci Sicilia, ha parlato di possibili soluzioni ed eventuali correttivi per affrontare il problema.

“È sicuramente interesse primario dei sindaci che i costi connessi alla Tari possano essere soggetti a riduzione per tutelare gli interessi di cittadini e imprese perché è evidente che il costo del tributo pesa sia sui primi ma anche sull’apparato produttivo e sull’intero tessuto economico locale. È dunque per noi prioritario supportare la sostenibilità delle imprese ed evitare eventuali appesantimenti. Il problema dei costi elevati della Tari in Sicilia è in larga parte connesso al sistema di gestione e trattamento dei rifiuti e, come abbiamo più volte denunciato come Anci, nella nostra Isola in tal senso c’è un ritardo che dura ormai di troppi anni. Si tratta di un ritardo legato innanzitutto alla realizzazione di impianti che consentano una gestione con maggiore economia del rifiuto. Rispetto ad altre regioni soffriamo di una importante carenza di impianti ad hoc sia per il conferimento dei rifiuti che per il trasporto di questi ultimi. Ne consegue che, indifferenziati o meno, siamo costretti a portarli molto lontano, in Italia o all’estero, con un conseguente aumento dei costi che ricade necessariamente anche sulla Tari. Si è poi determinato anche un circolo vizioso in tema di riscossione perché, se è vero che il tributo ha una tariffa elevata, allo stesso tempo sono ancora pochi i cittadini siciliani che la pagano, influendo anche sulla tenuta economica delle amministrazioni. Il sistema ha dunque dei limiti che ci trasciniamo da troppo tempo di cui fanno le spese soprattutto i cittadini ma adesso ci troviamo di fronte a una grande occasione che possiamo sfruttare quale il Pnrr, una parte della quale è destinata proprio al tema dei rifiuti”.

Aumentare i livelli di raccolta differenziata potrebbe essere una soluzione per uscire dal limbo, mentre per Alvano i termovalorizzatori non sono la risposta al problema: “La legge regionale 9/2010 relativa alla gestione integrata dei rifiuti ha avuto sin dalla sua nascita un iter faticosissimo, con difficoltà che perdurano anche oggi in ambito di gestione e per quanto concerne i sistemi di regolazione del settore quali le Srr che governano il sistema ancora con molte difficoltà. Sicuramente la differenziata può essere parte della soluzione ma è anche vero che non sempre essa rappresenta motivo di economicità in quanto, soprattutto nelle fasi di avvio, porta con sé spese non indifferenti. La presenza di impianti per la raccolta e il riuso dei rifiuti a breve distanza potrebbe comportare risparmi ma, purtroppo, attualmente non è sempre così perché capita che il ciclo non si concluda per assenza di sistemi di gestione adeguata. In altre parti d’Italia il rifiuto è una risorsa grazie alla presenza di impianti sufficienti mentre noi spesso siamo ancora costretti a combattere con discariche sature e malfunzionamento dei pochi sistemi di raccolta e trattamento. Dal mio punto di vista la soluzione non è il termovalorizzatore in sé, che può esserne sicuramente parte, quanto piuttosto il fatto di scegliere. Scegliere finalmente di adoperarsi affinché in Sicilia si possa fruire di un’impiantistica adeguata a soddisfare le esigenze del nostro territorio. Gestire poco e niente, di fatto, preclude la possibilità di abbassare i costi e attivarsi affinché i cittadini possano fruire di un servizio adeguato”.

Alle discariche siciliane, rimangono appena due anni di vita. Sulle possibili soluzioni per correre ai riparI, Alvano è chiaro: “C’è da chiedersi innanzitutto come mai sia passato così tanto tempo e ancora il problema non sia stato affrontato o risolto, così come noi di Anci Sicilia abbiamo sottolineato più volte da tantissimi anni. È vero che i Comuni hanno anche la loro parte di responsabilità in quanto fanno parte degli organismi di regolazione che teoricamente sono competenti per la realizzazione degli impianti però, come Anci, abbiamo constatato che la legge regionale che attualmente regola il sistema (9/2010, ndr) ha avuto un iter faticosissimo, come anticipavo prima. Oggi qualcosa sta decollando ma ancora con immensa fatica. Di fronte a una situazione di questo tipo, dunque, non si dovrebbe operare secondo modalità ordinarie ma, anzi, tenendo conto di una condizione di emergenza. Bisognerebbe dotare la Regione e le relative società di opportuni strumenti per attivare in breve tempo impianti efficienti in deroga alle norme vigenti. E attenzione, in deroga non vuol dire che debbano essere realizzati approssimativamente ma piuttosto che vi sia la possibilità di snellire le procedure fornendo adeguati mezzi normativi e finanziari. Abbiamo un evidente difetto di capacità nella gestione di tutto il sistema, dalle professionalità alla progettazione ma le risorse ci sono e rischiamo di perdere l’occasione di sfruttare quelle offerte dal Pnrr. Il tema è dunque che, se con le regole ordinarie abbiamo fatto tutta questa fatica, vuol dire che invece dovremmo centralizzare la gestione, creare un piano ‘straordinario’ ad hoc, intercettare le risorse che sono disponibili e potenziare le successive strutture connesse. Le autorità competenti in tal senso sono sostanzialmente tre: Regioni, Comuni e Srr. Il primo grande passo è che tutte e tre cooperino attraverso una visione d’insieme, pensando secondo una vera e propria ottica industriale. La gestione del rifiuto, infatti, deve essere pensata secondo una logica economica e ragionando sulla corretta collocazione fisica degli impianti. Il rifiuto è un bene e l’impiantistica relativa ad esso va costruita tenendo conto della dimensione territoriale”.

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