Formazione professionale, adesso in Sicilia, si torna a parlare di rilancio - QdS

Formazione professionale, adesso in Sicilia, si torna a parlare di rilancio

Michele Giuliano

Formazione professionale, adesso in Sicilia, si torna a parlare di rilancio

martedì 01 Dicembre 2020

Sarà fatta anche un’analisi per possibili prepensionamenti e svuotare così il bacino dei lavoratori. Il Formez ha un’idea progettuale per formare gli operatori inoccupati del settore e reinserirli

PALERMO – La formazione professionale va verso un futuro migliore. Il sistema e soprattutto le migliaia di lavoratori coinvolti hanno bisogno di arrivare ad una svolta.

Una strada da percorrere potrebbe essere quella da intraprendere con Formez, ovvero l’istituto che dovrà occuparsi di formare i lavoratori inoccupati e soprattutto di rappresentare all’assessorato regionale competente l’idea progettuale a partire dalla fine della prossima settimana.
“Nel momento in cui succederà questo – ha detto Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega all’Assemblea regionale siciliana – avremo un quadro chiaro rispetto ai quali i lavoratori dovranno essere impiegati e quindi si potrà procedere dal punto di vista della preparazione di un bando”.

Nel frattempo l’Inps ha dato la disponibilità a verificare i dati rispetto allo svecchiamento del numero di questi lavoratori inoccupati, in maniera tale che una parte degli operatori sarà accompagnata al pensionamento e un’altra parte potrà essere utilizzata di supporto nella scuola.

“Inoltre – ha detto ancora Figuccia – abbiamo chiesto l’incontro con il Presidente della Regione alla presenza dell’assessore regionale al Lavoro, in modo da potere recuperare i fondi necessari attraverso la trattativa con il ministro Nunzia Caltalfo, per potere dare una collocazione certa agli operatori. Auspico un accorciamento dei tempi per la risoluzione della vertenza che possa restituire serenità ai lavoratori del comparto”.

Si continua a parlare, quindi, delle sorti del settore della formazione professionale in Sicilia che registra, dopo l’aggiornamento dell’albo avvenuto durante il lockdown di maggio, circa 5 mila operatori assunti nel sistema prima del 31 dicembre 2008 (anno del blocco delle assunzioni, ndr). Un numero che è stato ampiamente ridotto, considerato che si parlava di circa 8 mila operatori all’inizio del 2020, ma che è ancora troppo numeroso per i fondi che vengono messi a disposizione una tantum dall’assessorato. Insomma, Si parla tanto, si discute di soluzioni, ma in pratica si continua a navigare a vista, senza una vera direzione. E i lavoratori rimangono in attesa, senza alcuna certezza del futuro e con una rabbia crescente. Appena un paio di mesi fa ex lavoratori della formazione professionale si incatenano per protesta in Corso Calatafimi. Nel mirino dei dipendenti, guidati dal “Sifus Confali formazione professionale”, c’erano il governo regionale e il tortuoso percorso di ricollocazione dei lavoratori del comparto.

Il punto del discorso è l’Avviso 2, che ha determinato “poche assunzioni che non rispettano i parametri in termini retributivi del contratto di categoria” e l’esclusione di alcuni lavoratori attraverso una procedura “di licenziamento avviato con legge 223 non applicabile al settore ma prevista per le aziende”. Dall’altra parte, le istituzioni continuano a dimostrarsi ottimiste. La stessa presenza dell’assessore Roberto Lagalla nel consiglio di amministrazione del Formez, in rappresentanza delle Regioni italiane, è un elemento, secondo Nello Musumeci, presidente della Regione, “di grande credibilità nel contesto nazionale”. “Grazie a questa circostanza – dice Lagalla – la Sicilia potrà contribuire, da protagonista alla programmazione delle attività di formazione e innovazione della Pubblica amministrazione su scala nazionale, favorendo, così, il rafforzamento dei percorsi gestionali e organizzativi degli enti territoriali”.

Il Formez Pa-Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubbliche amministrazioni, è un ente che svolge un ruolo centrale a supporto della Pubblica amministrazione italiana assicurando, in coerenza con le politiche di crescita istituzionali fissate dall’Unione europea e dal governo nazionale, attività di accompagnamento operativo e di assistenza tecnica ai processi di innovazione promossi dalla Pa a livello centrale e periferico.

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