Rimpasto si, rimpasto no - QdS

Rimpasto si, rimpasto no

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Rimpasto si, rimpasto no

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 28 Giugno 2023

Nessun rimpasto nella politica siciliana, alla fine. Le tensioni nel centrodestra, però, continuano e rimane lo spettro della crisi politica.

Passate le visite delle Maestà ed eccellenze spagnole e portoghesi, al più prosaico Palazzo d’Orleans, costruito dall’antica famiglia francese, si è tenuto un vertice della maggioranza siciliana. E si è deciso, sostanzialmente, di non effettuare il rimpasto, per molte settimane vagheggiato.

Era già chiaro, e ne avevamo scritto, che le condizioni per rimaneggiare la giunta di Governo regionale non c’erano. La maggioranza del presidente Schifani era già risicata post voto per le regionali, e si è parzialmente sfilacciata sia nel palazzo che nel territorio dopo il voto alle amministrative. Il centrodestra, lungi da aver sedato le rivalità interne, si è compattato solo su Catania, lasciando ad altri la vittoria sugli altri capoluoghi provinciali. E nei siti più piccoli, seppur rilevanti, come Licata e Acireale, è andato diviso.

In particolare, su Trapani si stava profilando una tragedia, con accusa di tradimento a un assessore della Giunta. Inoltre già da tempo covavano fibrillazioni tra la presidenza Schifani e il gruppo dei Fratelli d’Italia, in particolare per gli scottanti dossier sul turismo isolano, densi di preoccupazioni amministrative, se non penali. Pertanto è subentrata una forte dose di realpolitik. Se si aprisse un rimpasto, in queste condizioni di leadership e di rapporti, interni ed esterni, difficilmente si chiuderebbe senza l’apertura di una crisi politica. E comunque un rimpasto ha delle regole precise, serve per allargare o irrobustire una coalizione. Chi oggi all’opposizione potrebbe dare una mano a Schifani? De Luca? Il PD?

Paradossalmente i meno contrari al centrodestra potrebbero essere i grillini, se l’operazione Cancelleri fosse vista in tal senso, ma dubitiamo che, per quanto ambigua, la duttilità contiana possa arrivare a questo. Pertanto nessun allargamento risulta possibile, anzi altri scontenti, come Turano, Falcone ed altri potrebbero ingrossare le fila del fronte di contestazione interna ad oggi presidiato da Miccichè. Il quale attende sul fiume come un paziente, nonostante il carattere, generale cinese senza truppe. Oggi, domani chissà.

Così è se vi pare.

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