Da Librino alla Serie A: il sogno delle Brigantesse diventa realtà

Catania, da Librino alla Serie A: la favola delle Brigantesse e l’amore per il rugby

Filippo Calascibetta

Catania, da Librino alla Serie A: la favola delle Brigantesse e l’amore per il rugby

Salvo Catalano  |
domenica 16 Luglio 2023

Lì dove c’era una distesa di pietre ed erbacce, in autunno arriverà il massimo campionato del rugby femminile

Lì dove c’era una distesa di pietre ed erbacce, in autunno arriverà la serie A del rugby femminile. Catania, Librino, campo San Teodoro. L’ultimo sogno che si avvera ha la faccia di Gloria Mertoli, 23 anni, capitana delle Brigantesse, la squadra di rugby femminile che la prossima stagione, grazie a un progetto portato avanti pazientemente insieme al Cus Catania, farà il suo esordio nel massimo campionato nazionale. “L’idea della Serie A fa paura, gli animi si calmeranno solo quando scenderemo finalmente in campo”, dice Gloria che divide le sue giornate tra lo studio delle Scienze naturali, un lavoro da cameriera in un pub e gli allenamenti. Lei abita a San Giorgio, che con Librino condivide confini, problemi ma anche tanta vitalità.

Brigantesse, la storia

Dal 25 aprile 2012 – la data in cui i Briganti hanno occupato il campo San Teodoro, liberandolo da un destino di ennesima incompiuta – di strada ne è stata percorsa: la squadra senior maschile in serie C, tutte le categorie giovanili, i gemellaggi con club inglesi, lo sport predicato e praticato sempre in chiave sociale, come fonte di luce, di regole, di speranza e di valore in un contesto che ogni giorno sembra raccontare l’opposto. Le Brigantesse hanno iniziato la loro esperienza sportiva nel 2013, la squadra esordisce in coppa Italia nell’ottobre 2015. Sono uno dei quattro team seniores femminili della Sicilia, insieme a Ragusa, Palermo e Cus Catania. Finora le Brigantesse si sono confrontate con le altre squadre dell’isola in tappe regionali della Coppa Italia a 7. Nell’ultimo anno, però, Ragusa e Palermo hanno fatto il grande salto nella serie A (campionato a iscrizione composto da 18 squadre divise in tre gironi da sei, in base alla localizzazione geografica). Così le due squadre catanesi sono rimaste senza le storiche competitors contro cui confrontarsi.

Il sogno diventa realtà

“Un anno fa ci siamo detti: perché non ci proviamo anche noi?”. Mirko Saraceno, 26 anni, è il presidente della società Briganti, nonché uno degli allenatori delle Brigantesse insieme a Giorgio Chiarenza. “Ne abbiamo parlato col Cus Catania per avviare un progetto comune e a novembre sono iniziati gli allenamenti insieme”. Brigantesse e Blackstones (questo il nome della squadra del Cus). Prima una volta a settimana, poi tutti i giorni. “Il gruppo oggi conta 30 ragazze tra i 18 e i 40 anni, tutte catanesi – spiega Gloria – Abbiamo visto come giocano le altre squadre di serie A quando sono venute a Ragusa, con l’allenamento che stiamo facendo il livello non è così inarrivabile”. Affrontare un campionato di serie A costa, a cominciare dalle trasferte che arrivano fino in Toscana. “È un grande impegno economico – conclude il presidente Saraceno – Fortunatamente i rimborsi dalla federazione coprono una parte delle spese, ma siamo alla ricerca di uno sponsor sul territorio che creda nel progetto e lo sposi”.

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