Russia-Lega, Conte, Savoini invitato dal Viminale - QdS

Russia-Lega, Conte, Savoini invitato dal Viminale

redazione

Russia-Lega, Conte, Savoini invitato dal Viminale

giovedì 25 Luglio 2019

Nell'incontro nell'hotel Metropol di Mosca quando si sarebbe parlato di soldi al Carroccio per la campagna elettorale. Alla Procura di Milano resta da verificare per conto di chi agisse il "consulente". Lavoro su testi, telefoni e carte

Gianluca Savoini era presente “come uomo della Lega Nord” il 18 ottobre scorso all’ormai famoso incontro nell’hotel Metropol di Mosca, in cui ci sarebbe stata una trattativa tra italiani e russi per una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, soldi al Carroccio per la campagna elettorale per le Europee, ma anche tangenti ad almeno un funzionario moscovita.

Risulta dall’inchiesta della Procura di Milano che indaga con l’ipotesi di corruzione internazionale sull’affaire Russia-Lega Nord.

Le stesse indagini dovranno chiarire per conto di chi abbia agito Savoini, presidente dell’associazione LombardiaRussia e fedelissimo prima di Bossi, poi di Maroni e infine del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

Savoini è tra i principali indagati dell’inchiesta assieme all’avvocato d’affari Gianluca Meranda e all’ex bancario Francesco Vannucci.

Il premier Giuseppe Conte, nell’informativa di ieri al Senato ha chiarito che la visita nella capitale russa di ottobre era stata “organizzata direttamente dal ministero dell’Interno” ed era “consistita nella partecipazione all’assemblea generale di Confindustria Russia, cui mi risulta abbia partecipato anche Savoini”, mentre “gli eventi successivi hanno rivestito carattere privato”.

E Savoini, dal canto suo, quando ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, difeso dal legale Lara Pellegrini, dopo l’invito a comparire notificato nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, ha deciso di non rispondere anche a una domanda specifica: a che titolo fosse presente nella capitale russa nove mesi fa.

Nell’indagine, tra l’altro, si punta a far luce anche su una cena che si sarebbe svolta il 17 ottobre sempre a Mosca, esattamente il giorno prima dell’incontro nella hall dell’albergo.
Sarebbero stati presenti, tra gli altri, Salvini, lo stesso Savoini, il presidente di Confindustria Russia e manager Eni Ernesto Ferlenghi e Luca Picasso, direttore di Confindustria Russia, oltre a Claudio D’Amico, consigliere “per le attività strategiche di rilievo internazionale” del leader della Lega.

Inquirenti e investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, che ieri hanno avuto una serie di riunioni operative in Procura, potrebbero decidere di ascoltare alcuni dei partecipanti a quella cena (già il procuratore Francesco Greco, invece, nei giorni scorsi ha spiegato che non serve sentire il ministro dell’Interno).

Potrebbe essere utile nell’indagine anche andare a caccia di documenti nella sede dell’associazione gestita da Savoini con sede nel quartier generale della Lega Nord di via Bellerio.

Mentre già sono state trovate, con le perquisizioni dei giorni scorsi che hanno portato anche al sequestro di cellulari e dispositivi informatici (e-mail, messaggi e contatti sono al vaglio degli investigatori in queste ore), “tracce importanti” sulla presunta trattativa che, stando a documenti scovati da “l’Espresso”, sarebbe andata avanti almeno fino a febbraio.

Un presunto accordo che, secondo fonti vicine all’inchiesta, avrebbe intrecciato, da un lato, personaggi importanti e, dall’altro, persone alla ricerca di soldi facili anche perché in serie difficoltà economiche, come l’avvocato Meranda.

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