Sanità, come ripartirà l’attività chirurgica - QdS

Sanità, come ripartirà l’attività chirurgica

Serena Giovanna Grasso

Sanità, come ripartirà l’attività chirurgica

mercoledì 03 Giugno 2020

Le linee guida del tavolo tecnico prevedono somministrazione di test covid in fase preoperatoria. Incentivare approcci che minimizzino l’invasività, favorendo così un recupero più veloce

PALERMO – Ora che molti reparti Covid-19 si apprestano alla chiusura, la sanità si prepara a riprendere a regime le attività ordinarie e a recuperare il pregresso sospeso per fronteggiare lo stato emergenziale: infatti, si stima che in questi mesi gli interventi chirurgici siano stati ridotti dell’80% circa; in particolare, sono state espletate esclusivamente le operazioni correlate alle patologie oncologiche non procrastinabili e all’emergenza d’urgenza.

Per rispondere al nuovo contesto, il tavolo tecnico sulla chirurgia ha redatto le linee guida contenenti le indicazioni per la ripartenza in sicurezza degli interventi chirurgici. La sospensione degli interventi ha determinato un inevitabile allungamento delle liste d’attesa, dunque, si dovranno prevedere programmi di recupero di tali attività.

Per i casi oncologici si dovranno operare nuovi criteri di priorità che tengano conto della gravità della malattia neoplastica, del rischio evolutivo della malattia in caso di rinuncia alla terapia operatoria e del rischio di contrarre infezioni da coronavirus durante il ricovero (sulla base delle stratificazioni per classi di rischio operatorio ora disponibili). Per molti pazienti oncologici l’aumento delle liste d’attesa richiederà l’istituzione di nuovi consulti multidisciplinari con il coinvolgimento dei servizi integrativi (radiologia, endoscopia, trasfusionale, ecc.), con un prevedibile incremento della domanda di nuove prestazioni.

In generale, le linee guida del tavolo tecnico sulla chirurgia prevedono l’effettuazione di uno screening Covid-19 di tutti i pazienti da sottoporre ad interventi chirurgici con tamponi preoperatori o sierologia qualora diventi adeguata, oltre alla Tac del torace senza mezzo di contrasto o ecografia del torace. Inoltre, le linee guida suggeriscono l’incentivazione degli approcci chirurgico-anestesiolgici che minimizzino l’invasività, favorendo un recupero postoperatorio più veloce ed una minore degenza ospedaliera, assicurando sempre i massimi livelli di sicurezza ed efficacia tecnico-organizzativa.

Riveste particolare importanza anche la riorganizzazione degli spazi nelle sale d’attesa ambulatoriali degli ospedali alla luce delle indicazioni di distanziamento sociale per le quali non sarà più possibile accogliere più pazienti e parenti in un unico luogo e allo stesso tempo: le visite dovranno essere dilazionate con appuntamenti scadenzati o si dovranno prevedere soluzioni alternative tecnologiche per avvisare il paziente dell’arrivo del suo turno (medesime riflessioni riguardano anche le limitazioni del numero di parenti che potranno assistere i propri congiunti presso i reparti).

Inoltre, le presenti linee guida prevedono anche un monitoraggio dei sanitari e di tutto il personale, compreso quello amministrativo, con cui il paziente ha possibilità di venire a contatto a cadenza fissa da definire con tamponi, anche in assenza di sintomatologia. Infine, un altro tema organizzativo da valutare sarà il carico affrontabile nei reparti chirurgici e nei blocchi operatori in ragione delle competenze Infermieristiche disponibili.

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