Sanità, i siciliani preferiscono la Lombardia - QdS

Sanità, i siciliani preferiscono la Lombardia

Andrea Carlino

Sanità, i siciliani preferiscono la Lombardia

mercoledì 29 Gennaio 2020

Rapporto annuale del ministero Salute sull’attività di ricovero ospedaliero (Sdo) nel 2018. 46mila i pazienti in fuga verso il Nord, 10mila quelli che hanno scelto gli ospedali dell’Isola

PALERMO – Pazienti sempre più in fuga dagli ospedali della Sicilia.
Questo è quanto emerge dal Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (Sdo) per l’anno 2018 pubblicato sul sito istituzionale del ministero della Salute. Il rapporto, curato dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, fotografa ogni anno l’attività di ricovero e cura per acuti degli ospedali italiani, pubblici e privati.

Il saldo tra la mobilità dei pazienti che escono ed entrano dalla nostra Regione è in negativo: 10mila i pazienti che sono entrati negli ospedali siciliani, mentre ben 46mila, invece, sono i residenti nell’Isola che hanno scelto altri ospedali, sul territorio nazionale, per curarsi.

Il dato siciliano (saldo negativo pari a 36.104) è il terzo peggiore dopo la Campania (55.191) e la Calabria (48.032). La Sicilia, però, è in “buona compagnia”. I pazienti usciti sono più di quelli entrati in altre undici regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, Trento, Liguria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabri e Sardegna).

La Regione più ricercata è la Lombardia con un saldo pazienti positivo più di 100mila) seguita dall’Emilia Romagna (più di 60mila) e Toscana (quasi 30mila). Le cifre, poi, si riflettano anche sugli importi: in Sicilia c’è un saldo negativo pari a meno 239 milioni di euro e se lo rapportiamo alla Lombardia (un saldo positivo pari a 800 milioni di euro) il confronto diventa impietoso, perfino imbarazzante.

Dove vanno i pazienti siciliani per curarsi? Sempre secondo il rapporto curato dal ministero della Salute sono più di 15mila i pazienti che scelgono la Lombardia, più di 6mila l’Emilia Romagna, 5mila, invece, la Toscana.
La Sicilia è particolarmente attrattiva per i pazienti calabresi: quasi 5mila provengono dalla regione meridionale poi troviamo la Lombardia con più di mille pazienti e il Lazio (più di 700 pazienti).

Per quanto riguarda l’andamento della mobilità interregionale negli anni negli ultimi 8 anni, in generale, in Italia, si può osservare come la percentuale di ricoveri in mobilità per ciascun tipo di attività e regime di ricovero si mantenga sostanzialmente costante, rispettivamente, intorno all’8% per l’attività per acuti in regime ordinario, 9% per l’attività per acuti in regime diurno, al 16% per l’attività di riabilitazione in regime ordinario, al 10% per l’attività di riabilitazione in regime diurno, e al 6% per l’attività di lungodegenza.

Dall’analisi delle schede di dimissioni ospedaliere del 2018, inoltre, emergono altri dati che fotografano la situazione degli ospedali isolani: sono 534.669 le dimissioni effettuate dalle strutture ospedaliere siciliane nel 2018. 429mila in regime ordinario (80% in percentuale superiore alla media italiana del 77%, il quinto dato in Italia), 105mila in day hospital. 20mila, invece, le dimissioni da attività di riabilitazione, più di 4mila, invece, le attività di lungodegenza. 95mila sono state effettuate in aziende ospedaliere, 176 mila in ospedali a gestione diretta (il settimo dato in Italia), 56mila in policlinici universitari pubblici. 24mila sono i pazienti in strutture siciliane dimessi dopo un giorno, 386mila con più di due giorni, 17mila, invece, oltre il valore soglia, cioè il limite stabilito regione per regione oltre il quale il ricovero si ritiene anomalo (dai 30 ai 60 giorni in Sicilia a seconda dalla malattia) con più di 15mila con degenza entro i 60 giorni, quasi 2mila, invece, oltre i 60. Si tratta del quinto dato nazionale, poco sopra alla media.

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