Sanremo, Diodato pigliatutto nel Festival dei record e dei ritardi - QdS

Sanremo, Diodato pigliatutto nel Festival dei record e dei ritardi

redazione web

Sanremo, Diodato pigliatutto nel Festival dei record e dei ritardi

domenica 09 Febbraio 2020

Il cantante dedica il riconoscimento alla sua città, la Taranto dell'ex Ilva, "in cui bisogna far rumore, per coloro che lottano in una situazione insostenibile". Tanta Sicilia sul palco dell'Ariston

E’ Diodato, con il brano “Fai rumore”, il vincitore della settantesima edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto Francesco Gabbani, con “Viceversa” e al terzo i Pinguini Tattici Nucleari, con “Ringo Starr”.

Quello di Amadeus è stato il Festival dei record, delle sorprese e dei ritardi.

La media d’ascolto dell’intera finale è stata infatti di 11.476.000 spettatori con il 60,6% di share.

Per trovare una percentuale più alta, occorre tornare alla finale del Festival del 2002, condotto da Pippo Baudo.

Quanto ai ritardi, la proclamazione ufficiale del vincitore da parte del conduttore-direttore artistico è avvenuta infatti alle due e mezza del mattino quando la rete e persino i titoli di Sky l’avevano anticipata.

Tutti i premi “accessori” del Festival

Diodato è stato una sorta di “asso pigliatutto” di quest’edizione sanremese: oltre al Festival ha vinto infatti anche il Premio della Critica intitolato a Mia Martini e quello della Sala Stampa Radio, Tv e Web intolato a Lucio Dalla.

A Tosca, con l’elegante brano “Ho amato tutto”, è andato il più “tecnico” dei premi, quello intitolato a Giancarlo Bigazzi e assegnato deciso dagli addetti ai lavori, ossia i professori d’orchestra del Festival.

Rancore, con “Eden”, ha ottenuto il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo, assegnato dalla Giuria degli esperti e a Francesco Gabbani è andato il Premio Timmusic, attribuito al brano in concorso più ascoltato in streaming sulla piattaforma Tim dedicata alla musica digitale.

Delusione per il fatto che Elodie, ma anche il rapper Anastasio, non siano arrivati sul podio nè abbiano ricevuto premi dalle giurie di esperti.

Da registrare poi il diciassettesimo posto della veterana Rita Pavone.

Diodato dedica la vittoria alla sua Taranto

Antonio Diodato, 39 anni, nato ad Aosta, romano d’adozione ma cresciuto a Taranto, da dove proviene la sua famiglia, ha voluto dedicare la vittoria sanremese alla sua città, in cui, per la situazione dell’ex Ilva, “bisogna far rumore, per tutti coloro che lottano ogni giorno in una situazione insostenibile”.

In quanto vincitore del Festival di Sanremo, Diodato viene designato come rappresentante dell’Italia all’Eurovision Song Contest 2020.

Tanta Sicilia sul palco dell’Ariston

Sul palco di questa settantesima edizione del Festival di Sanremo anche tanta Sicilia, a cominciare dagli esilaranti interventi dell’augustano-etneo Rosario Fiorello che ieri ha divertito tutti giocando con l’auto-tune e, all’inizio della puntata ha rivelato: “I vertici Rai ci hanno proposto di fare il Sanremo Bis: la la risposta la daremo alla fine di questa puntata, la settimana prossima”.

Da segnalare poi la performance della show girl catanese Diletta Leotta che ieri, oltre a condurre con Amadeus, ha cantato “Ciuri ciuri”. E nei giorni scorsi un’altra catanese, la conduttrice del Tg1 Emma D’Aquino, era stata a fianco del conduttore-direttore artistico.

L’ironia di Fiorello sulla durata-monstre del Festival

Sempre ironizzando sulla durata-monstre delle serate del festival di quest’anno, Fiorello, indicando Josè, il figlio di Amadeus, ha detto, “Quando è iniziato il festival aveva otto anni, oggi ne ha undici”.

E con i vertici della Rai, in prima fila nella platea dell’Ariston, ha scherzato, “Un festival che dura 600 ore: Sanremo ha fagocitato tutto. Zingaretti, Salvini, dove siete? Dove state Sardine, Cinque Stelle? Ho visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini”.

Il festival delle sorprese e delle mascherate

Quello appena concluso è stato il festival delle sorprese, a cominciare dal bacio in bocca tra Tiziano Ferro e Fiorello, delle maschere e dei travestimenti, con gli show di Achille Lauro.

Ieri Amadeus è entrato in scena con in testa la parrucca bionda di Maria De Filippi e Achille Lauro che ha cantato “Me ne frego” vestito da Elisabetta I Tudor, che “è riuscita a fregarsene, a tener testa agli uomini con cui si confrontava anche attraverso il suo aspetto”.

Tiziano Ferro, “Nessuno è sbagliato”

“Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai”.

Nella finalissima, oltre all’esibizione di tanti superospiti, tra cui Biagio Antonacci, c’è stato spazio anche per un’umanissima rivendicazione identitaria: il monologo che Tiziano Ferro ha dedicato ai propri quarant’anni, che compirà tra pochi giorni, il 21 febbraio.

L’Amarcor dei ragazzi di via Massena

Amarcord sul palco dell’Ariston per Amadeus e Fiorello, che hanno iniziato la loro carriera nello spettacolo insieme a Radio Deejay.

“Questo festival – ha detto Amadeus – non sarebbe stato così se non avessi avuto sempre accanto a me il mio amico, da 35 anni, Fiorello”.

“Ci chiamavano i ragazzi di via Massena, e se siamo arrivati fino a qui – dice il conduttore – lo dobbiamo a Claudio Cecchetto”.

“Ciao Claudio”, gli ha fatto eco Fiorello.

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