Sanzioni alla Russia danni all’Europa - QdS

Sanzioni alla Russia danni all’Europa

Carlo Alberto Tregua

Sanzioni alla Russia danni all’Europa

mercoledì 20 Aprile 2022

Il Burattino non vuole la pace

Gli italiani non si sono ancora resi conto del riverbero economico dannosissimo che la posizione dell’Europa nei confronti della Russia causerà fra qualche mese.
I rapporti fra Italia e Federazione Russa si sono intensificati in quest’ultimo decennio e sono suscettibili di progressi notevoli, con vantaggio per entrambe le economie però, la frattura che ha provocato la guerra russo-ucraina sta cominciando a produrre i suoi effetti, che cresceranno di intensità col passare dei mesi.

Migliaia di imprenditori italiani di ogni genere operano in Russia ed altrettanti russi operano in Italia. Non parliamo della questione del gas, sulla quale vi sono state tante speculazioni. La prima di esse è la ricerca affannosa – solo a parole – di una fonte alternativa, che non c’è, almeno per un paio di anni. Conseguentemente, volere o volare, lo status quo non cambierà.
Per cui, quattro blablatori dell’informazione raccontano balle ed ancora balle, anziché tenere conto della cruda realtà che è quella prima descritta.

In questo quadro, non si capisce quale possa essere lo sbocco di questa insana guerra, che vede un aggressore (Federazione Russa) ed un provocatore (il Burattino Zelensky).
Non c’è dubbio che le colpe di chi usa le armi ed uccide i civili siano imperdonabili, ma non si può trascurare la forte provocazione di chi è stato manovrato dagli Stati Uniti per provocare l’invasione russa.

Non c’è ragione affinché tale guerra continui, a meno che gli insani di mente non pensino che lo sbocco debba essere la terza guerra mondiale, che comporterebbe la distruzione del Pianeta, tanto che Albert Einstein profetizzò: “La quarta guerra mondiale si combatterà con sassi e bastoni”.
Ma questo evento è estremamente improbabile perché alla fine l’istinto di sopravvivenza consiglierà a tutti di ritornare alla questione ucraino-russa, che, dal punto di vista dimensionale, è pur sempre una guerra locale.

Non va dimenticato che in atto nel mondo vi sono una sessantina di guerre locali, che sono alimentate, per un verso o per l’altro, dalle industrie di armi di tutti i Paesi, le quali vogliono aumentare il proprio fatturato o comunque non vogliono diminuirlo.

Le industrie delle armi costituiscono una fortissima lobby, che ha le cinghie di trasmissione nei relativi Parlamenti e Governi. Quindi, sotterraneamente, spingono perché si alimentino le guerre esistenti e se ne creino di altre, in modo che il loro business si ingrandisca e con esso, i profitti aumentino a dismisura.

Insano è il proposito di aumentare le spese per armamenti, perché oggi contano poco quelli di terra; molto di più gli altri che viaggiano nell’atmosfera, comandati da sistemi digitali di altissima precisione.
La Corea del Nord ha sperimentato un missile capace di percorrere quindicimila chilometri e quindi di portare un ordigno atomico direttamente nel territorio degli Stati Uniti. Figuriamoci a che cosa possano servire le armi leggere o anche i carri armati per delle guerre se non di valenza locale.
Le industrie delle armi non hanno interessi ai grandi mezzi, bensì alla vendita di tutti i loro prodotti a milioni di esemplari, nonché dei proiettili di varia dimensione a miliardi di unità.

Torniamo alla questione economica. Già l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha ridotto la previsione della crescita del Pil mondiale dal 4,5 al 3,2 per cento. L’Ue ha diminuito la previsione del Pil medio al 4 per cento. Il Governo italiano, col Def appena pubblicato, ha diminuito la previsione di crescita al 2,9 per cento. Quindi, i danni li stiamo cominciando a subire e li subiremo nel prossimo semestre.

La domanda è: come fare per far cessare questa insana situazione? Anziché inviare armi al Burattino, l’Unione Europea dovrebbe chiedere a Putin un incontro per definire le condizioni della pace e poi – opportunamente mediando – imporre all’Ucraina una soluzione pacifica. Naturalmente, in questo quadro bisognerebbe far capire agli Stati Uniti che è ora di finirla di creare condizioni di guerra in altri territori, salvaguardando il proprio.

La situazione è chiara; la soluzione anche. Non resta che mettere in atto i continui moniti di Papa Francesco perché si cerchi la pace con ogni mezzo, purché vi sia la volontà di ottenerla, costi quel che costi.

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