Sbarchi e migranti, situazioni esplosiva a Lampedusa - QdS

Sbarchi e migranti, situazioni esplosiva a Lampedusa

Irene Milisenda

Sbarchi e migranti, situazioni esplosiva a Lampedusa

sabato 23 Maggio 2020

Gli arrivi sulle coste non si sono mai fermati e crescono i timori per l’emergenza Coronavirus. Totò Martello: “I cittadini hanno il diritto di vedere tutelata la loro salute. Si intervenga”

AGRIGENTO – A Lampedusa continuano gli sbarchi autonomi e la situazione rischia di degenerare. I migranti arrivano direttamente sull’Isola, da soli e indisturbati, a volte intercettati e tratti in soccorso dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, che poi li trasbordano sul molo Favarolo.

L’hotspot di Contrada Imbriacola è saturo, ospita già 116 persone tutte poste in quarantena e i migranti che sono giunti negli ultimi giorni sono stati ospitati dalla Casa della fraternità gestita da Don Carmelo Magro. “Non è possibile andare avanti così – ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello – siamo ancora in piena emergenza sanitaria e i cittadini di Lampedusa hanno il diritto di vedere tutelata la loro salute. Comprendo anche che le stesse esigenze valgano per gli uomini delle Forze dell’ordine, ma questa situazione è inaccettabile: le istituzioni che hanno il dovere di intervenire non possono scaricare il peso dell’accoglienza interamente sulle nostre spalle”.

Dopo svariate richieste prima dai sindaci di Lampedusa, Porto Empedocle e Ragusa, che per primi si sono trovati a dover fronteggiare l’emergenza, e poi dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, finalmente dal Governo nazionale è arrivato il via libera per la nave quarantena. A Porto Empedocle nei giorni scorsi è arrivata la Moby Zazà dell’armatore Onorato, con più di trecento posti e a bordo anche 35 sanitari della Croce rossa. L’imbarcazione ospita già 121 migranti, distinti in due gruppi di 53 e 68, tutti sottoposti a tampone rinofaringeo, con risultati negativi.

Intanto, una tragedia si è verificata nella giornata del 20 maggio scorso, quando un giovane tunisino di 28 anni si è gettato in acqua dalla Moby Zazà e il suo corpo è stato ritrovato a circa due miglia da San Leone, dopo essere stato avvistato da un elicottero della Guardia di Finanza. Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Agrigento, con a capo Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta, affidata al pm Sara Varazi, delegando per le indagini la Guardia di Finanza. Qualche giorno prima era stata evacuata dalla nave una donna di 32 anni, perché in condizioni di stress. Proteste, inoltre, si sono registrate a bordo da parte di gruppo di tunisini e per evitare problemi di sicurezza, in 14 hanno lasciato la nave e sono stati trasferiti a Villa Sikania (Siculiana) dove continueranno la quarantena. La nave, nella serata del 22 maggio è ripartita per Lampedusa per far salire a bordo gli ultimi arrivati sull’isola: 137 migranti di cui cinquanta donne e 7 minori.

Nonostante l’arrivo della nave quarantena, restano alte le tensioni fra i lampedusani che, dopo aver chiesto un Consiglio comunale straordinario per discutere la creazione di un ospedale e la chiusura dell’hotspot che accoglie i migranti, stanno raccogliendo firme per i Governi Conte e Musumeci affinché le loro richieste vengano accolte.

“Per anni – hanno affermato gli esponenti del comitato cittadino Giacomo Sferlazzo e Attilio Lucia – Lampedusa è stata ostaggio di decisioni e scelte politiche prese altrove, a Roma o a Bruxelles, imposte poi sulle vite di questa comunità. Adesso, in un momento di crisi sanitaria che questo piccolo scoglio non è in grado di poter affrontare, non disponendo praticamente di nessuna infrastruttura sanitaria, è arrivato il momento di dire basta. Le migrazioni vanno affrontate diversamente. Qui regna la disperazione. Non siamo razzisti, lo abbiamo dimostrato in trent’anni, spogliandoci per aiutare i migranti, ma adesso è troppo”.

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