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Scioglimento Scicli, l’antimafia riapre la vicenda

Stefania Zaccaria

Scioglimento Scicli, l’antimafia riapre la vicenda

mercoledì 22 Aprile 2020

Si indaga sull’Acif, la piattaforma di rifiuti attorno alla quale ci sono accuse di sodalizi con la politica. Dipasquale, segretario alla presidenza dell’Ars, intende fare maggiore chiarezza sulla vicenda

SCICLI (RG) – Lo scioglimento del comune di Scicli fece molto discutere anni fa, così come fa discutere oggi la relazione della Commissione regionale antimafia. La vicenda è strettamente connessa al business dei rifiuti e allo scioglimento di altri comuni.

Il prefetto dell’epoca, nel 2014, era Annunziato Vardè e fu lui a nominare una commissione d’indagine per verificare se l’attività amministrativa dell’ente fosse stata o meno condizionata dalla mafia. L’allora sindaco di Scicli, Franco Susino, si è dimesso alla vigilia di Natale: è stato processato per associazione esterna alla mafia, poi assolto con formula piena dal Tribunale di Ragusa l’11 luglio del 2016.

La relazione sottoscritta proprio in questi giorni riapre una pagina parecchio triste per la comunità di Scicli e per tutta la provincia iblea. “Lo scioglimento del Consiglio comunale – ha sottolineato l’attuale primo cittadino di Scicli, Enzo Giannone – ha rappresentato una ferita per la città, recata in maniera ingiusta alla forte tradizione democratica della nostra comunità, e che la vicenda dei rifiuti in Sicilia, e quindi anche a Scicli, è una pagina sofferta della storia almeno degli ultimi due decenni. E su cui mi permetto di dire che bisogna continuare a tenere alta l’attenzione. A ciò si aggiunge – ho detto e ribadisco – l’offesa personale insanabile a Franco Susino, già sindaco, totalmente assolto dalle infamanti accuse che gli erano state mosse. Chiedo agli organi istituzionali preposti, ivi compresi quelli giudiziari, che su tali fatti e circostanze, descritte nella relazione della Commissione, si torni ad indagare e, se esistono, si trovino le responsabilità personali, a qualsiasi livello, di chi ha potuto porli in essere, per restituire definitivamente alla verità questa tristissima pagina della vita della nostra comunità”.

Bisognerà indagare maggiormente sulla questione Acif, ossia la piattaforma di rifiuti pericolosi. “Attorno a questo mega impianto di trattamento di rifiuti, pericolosi e non – ha evidenziato la deputata regionale del M5s Stefania Campo – si sentono aleggiare da sempre degli interessi particolarmente strani. Una piccola azienda ad un certo punto diventa il fulcro di interessi economici enormi , un caseggiato definito ‘ex pollaio’ inizia a presentarsi come una struttura innovativa, arrivano ingenti iniezioni di contributi e fondi ministeriali, le mosse istituzionali di un paio di esponenti politici del territorio della ex contea marcano la vicenda come fosse uno spazio su cui gestire il proprio potere ‘padronale’ e, soprattutto, si rincorrono pesantissime accuse di cordate e sodalizi fra politica, istituzioni e informazione”.

Anche per Nello Dipasquale, parlamentare regionale e segretario alla Presidenza dell’Ars la vicenda va approfondita. “È mia intenzione trasmettere lo stralcio della relazione della commissione regionale, proprio nella parte relativa al comune di Scicli, ai parlamentari nazionali del Pd per porla agli atti della Commissione nazionale antimafia. Se c’è altro, che da quella triste vicenda venga fuori, è giusto che sia così”.

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