Scuola, la Cgil, "Un grave errore sospendere la didattica in presenza" - QdS

Scuola, la Cgil, “Un grave errore sospendere la didattica in presenza”

redazione

Scuola, la Cgil, “Un grave errore sospendere la didattica in presenza”

domenica 25 Ottobre 2020

Il segretario della Flc Sicilia, Rizza: “Siamo di fronte alla sconfitta di una classe politica regionale che non è stata in grado di prevenire e affrontare quelle criticità note a tutti, come i trasporti, dove si doveva intervenire già dalla fine dello scorso anno scolastico

“La sospensione
dell’attività didattica in presenza nelle scuole superiori e nelle università
siciliane rappresenta una grave errore, una sconfitta per tutta la società
civile, per i cittadini, i dirigenti scolastici e il personale docente e Ata
che in questi mesi si sono adoperati senza risparmiarsi per garantire quanto
più possibile un normale avvio del nuovo anno scolastico. Una sconfitta per gli
studenti, soprattutto quelli più deboli e disagiati, che ancora una volta
saranno privati del sacro santo diritto all’istruzione garantito dalla nostra
Costituzione”. Lo dice Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia.
“Sarà soprattutto la grande sconfitta di una classe politica regionale –
aggiunge – che non è stata in grado di prevenire e affrontare quelle criticità
che erano altresì note a tutti, come il tema dei trasporti, dove si poteva e si
doveva intervenire con forza e determinazione già dalla fine dello scarso anno
scolastico, quando ancora era tutto possibile”.
“Ora la stampa e i media – continua Rizza – spenderanno fiumi di parole sulla
didattica digitale integrata che molti continuano a chiamare ancora dad. La
nostra organizzazione sindacale sarà protagonista nella gestione e nella
discussione di questo tema, che a breve darà vita ad un contratto nazionale
sulla ddi”.
“Se chi ha il potere di decidere e legiferare su come devono studiare i nostri
studenti e su come devono insegnare i nostri docenti – conclude – ha scelto per
conto del mondo della scuola, allora noi abbiamo il dovere di fare in modo che
questa forma di didattica, che ribadiamo ancora una volta non ci piace,
 deve essere disciplinata normativamente in modo da garantire a tutti i
docenti e a tutti gli studenti, lo stesso tipo di trattamento”.

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