Servizi digitali e Pa, i siciliani non sono smart - QdS

Servizi digitali e Pa, i siciliani non sono smart

Michele Giuliano

Servizi digitali e Pa, i siciliani non sono smart

martedì 19 Marzo 2024

Secondo l’Istat nel 2023 solo una persona su tre, tra gli over 15, ha utilizzato almeno una volta Spid o Cie. Quasi 400mila famiglie non hanno un accesso a Internet e in tanti lamentano alti costi per connettersi

PALERMO – I siciliani sono sempre meno smart rispetto a buona parte del resto della penisola. I dati dell’Istat mostrano come gli isolani, anche i più giovani, continuino ad avere un rapporto piuttosto superficiale con le nuove tecnologie, soprattutto quelle informatiche. Nonostante, infatti, l’uso dello smartphone sia ormai assolutamente comune, si continua a non sfruttarne in pieno le potenzialità.

Un esempio emblematico è l’uso dell’identità digitale Spid, il sistema pubblico di identità digitale, o della Cie, la carta d’identità elettronica. Si tratta di due servizi che permettono l’accesso diretto ai servizi online della pubblica amministrazione e dei gestori dei servizi pubblici o ai servizi di aziende, imprese o organizzazioni no profit. Nel 2023 solo una persona su 3, tra la popolazione siciliana dai 15 anni in su, ha utilizzato tali sistemi almeno una volta nei dodici mesi.

Numeri nettamente peggiori di quelli dell’intera penisola, che sale a un italiano su 2. Per macroterritori, sono proprio le Isole, insieme al Sud, a segnare il risultato peggiore, con un utilizzo sempre maggiore via via che si sale lungo lo stivale. Peggio della Sicilia fa solo la Calabria, dove si scende ad un uso dell’identità elettronica da parte di appena il 26% della popolazione over 15.

La regione che invece si distingue in positivo è l’Emilia Romagna, che ha usufruito di tali servizi per il 52% della popolazione. Le differenze sono interessanti anche se si va ad analizzare il dato in relazione al tipo di agglomerato urbano in cui vivono le persone. Nelle aree metropolitane gli utilizzatori salgono al 52%, mentre si scende al 43% nella periferia dell’area metropolitana e nelle cittadine con più di 50 mila abitanti.

I numeri scendono insieme al numero di abitanti: nei paesi che superano i 10 mila abitanti si scende al 39%, al 38% negli abitati tra i 2 mila e i 10 mila abitanti. Nei paesini che rimangono al di sotto dei 2 mila abitanti, infine, si scende al 32%. Il dato può essere riletto anche in chiave anagrafica. Proprio le realtà più piccole, infatti, sono spesso il luogo di residenza delle persone più anziane, che sono anche le più restie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

In Sicilia 400mila famiglie senza internet

Il mancato utilizzo dello Spid e della Cie è soltanto un esempio emblematico di quella che è la realtà isolana: sempre secondo l’Istat, sono quasi 400mila le famiglie siciliane che non dispongono di un accesso ad Internet. I motivi di questo mancato utilizzo sono tanti: appena 30mila famiglie siciliane hanno comunque accesso al servizio, in altri luoghi che non siano la propria abitazione, che possono essere il lavoro o host comuni, mentre in circa 210mila famiglie si palesa una incapacità di utilizzo; per 85mila famiglie, invece, il servizio non è ritenuto né utile né interessante.

In molti lamentano i costi troppo alti

Sono molti poi a lamentare l’alto costo sia degli strumenti necessari per connettersi, sia dello stesso collegamento. Inoltre, l’uso principale che i siciliani fanno di Internet è quello legato alla messaggistica istantanea. Nel 2023, il 59,4% dei siciliani hanno effettuato chiamate o videochiamate, mentre solo il 48,2% ha spedito e ricevuto email.

Gli utilizzi meno frequenti sono quelli legati alla lettura di informazioni, riviste on line e giornali (34,9%) e l’ascolto di musica attraverso servizi in streaming, web radio o download (38,1%). Un utilizzo, quindi, piuttosto scarno della tecnologia, legato principalmente alla funzione “telefonica”, sebbene in forme più avanzate, e alla comunicazione email, in funzione principalmente lavorativa.

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