Servizio idrico, nel Siracusano polemica contro ingresso privati

Servizio idrico, nel Siracusano è polemica contro l’ingresso dei privati. Attivisti: “Tradite le attese”

dariopasta

Servizio idrico, nel Siracusano è polemica contro l’ingresso dei privati. Attivisti: “Tradite le attese”

Simone Olivelli  |
mercoledì 27 Settembre 2023

In una lettera ai primi cittadini, il Forum regionale per l'acqua condanna il dietrofront dei sindaci e punta il dito contro il governo

Si va verso un autunno di mobilitazione sul fronte della gestione dell’acqua in provincia di Siracusa. Ad annunciare la volontà di tenere alta l’attenzione è il Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni, a poche settimane dalla chiusura dei termini per partecipare alla gara d’appalto da oltre 1,2 miliardi di euro per la selezione del soggetto privato che diverrà partner dei Comuni nella Aretusacque, la società che si occuperà, fino al 2053, del servizio idrico in tutta la provincia, a eccezione dei centri di Cassaro e Buscemi e della depurazione e degli scarichi della zona industriale che continueranno a essere di competenza della Ias. L’importo della gara, che verrà finanziato con la riscossione delle tariffe pagate dai cittadini, oscillerà annualmente tra i 36,7 milioni del 2024 e i quasi 46 milioni previsti per l’anno 2053.

Un colpo di coda inaspettato
“Nel giro di pochi mesi abbiamo assistito al cambio di volontà da parte di quasi tutti i sindaci della provincia rispetto ciò che era stato deciso nel 2020”. A parlare al Qds è Alfio La Rosa, coordinatore regionale del Forum per l’acqua. Parole che anticipano di poco l’assemblea pubblica convocata per le ore 17 di giovedì nel salone della Cgil di Siracusa, dove gli attivisti e chiunque fosse interessato al tema potrà ragionare su quali mosse fare davanti a un epilogo che sembrerebbe ormai scontato. Nel mirino degli attivisti c’è la delibera con cui, a fine dicembre, l’Assemblea territoriale idrica, di cui fanno parte tutti i sindaci della provincia, ha deciso di mutare la natura della futura società a cui spetterà di prendere in mano il servizio idrico, mettendo fine – così come previsto da Unione europea e ministero – a un’era di gestione spezzettata. “Aretusacque doveva essere una società consortile e dunque pubblica. Questa era stata la volontà espressa dai sindaci meno di tre anni fa e invece improvvisamente si è deciso di optare per una società mista pubblico-privato – attacca La Rosa – Una soluzione prevista dalla legge, ma che va contro la volontà che collettivamente fu espressa dagli italiani con il referendum del 2011 e con l’indirizzo dato dalla legge regionale del 2015”.

Documenti alla mano, a fine dicembre a votare a favore dell’intervento del privato, al quale andrà il 49 per cento delle quote sociali, sono stati tutti i Comuni, fuorché Lentini e Palazzolo Acreide, nonché Cassaro e Buscemi che beneficeranno della cosiddetta clausola di salvaguardia, potendo così gestire in proprio il servizio. “Quello è stato il primo di una serie di passi che non ci hanno convinto e che rischiano di segnare in negativo il futuro della gestione dell’acqua in provincia di Siracusa. Basti pensare ai tanti casi di gestioni private scadenti che abbiamo avuto in Sicilia e al rischio di vedere alzare le tariffe per i cittadini”, continua La Rosa.

Inquietante successione di atti”
In una lettera inviata ai primi cittadini, il Forum regionale per l’acqua non solo condanna il dietrofront dei sindaci ma punta il dito contro il governo regionale, dal quale sarebbe arrivata “l’indicazione di privatizzare”. A sostegno di questa tesi, gli attivisti snocciolano una serie di date che seguono quella del 27 dicembre 2022, giorno in cui l’Ati ha votato a favore della parziale privatizzazione del servizio: “Il 30 dicembre viene pubblicato in Gazzetta il decreto legge sul riordino dei servizi pubblici, che non impedisce la gestione interamente pubblica ma pone dei paletti sulla motivazione preventiva della convenienza della scelta – si legge nella lettera – Il 4 gennaio 2023 il Presidente della Regione nomina il commissario ad acta (la dirigente Rosaria Barresi, ndr), il primo febbraio il commissario modifica lo statuto dell’Ati ricomprendendo la possibilità di privatizzare; il 17 febbraio sceglie l’affidamento a una società mista”.

Le spunte nel calendario fatte dal Forum passano poi al 2 marzo, quando “il commissario si presenta all’assemblea dell’Ati chiedendo una sostanziale presa d’atto delle scelte già effettuate” e infine il 14 luglio, quando Barresi informa la centrale unica di committenza della Regione Siciliana dell’esigenza di indire la procedura di gara per la selezione della società privata che dovrà entrare a far parte di Aretusacque. Da lì in poi sarà questione di mesi, prima che la Cuc pubblichi il bando di gara, la cui scadenza è fissata per il 18 ottobre.

Sindaci: “Scelta pragmatica e necessaria”

Per nulla intenzionati a essere additati di tradimento, i sindaci della provincia difendono la scelta fatta, assicurando che sia quella che nel rapporto costi-benefici assicura meglio gli interessi della collettività. E se già nella già citata seduta del 27 dicembre c’era stato chi aveva esplicitato che “la scelta deve essere spiegata nel modo più giusto”, a intervenire sulla questione è Francesco Italia, primo cittadino di Siracusa e presidente dell’Assemblea territoriale idrica. “Si è trattata di una decisione presa nella consapevolezza del mutamento del contesto in cui i Comuni operano – spiega Italia al Qds – Davanti alla mancata costituzione del gestore unico, rischiavamo di subire il commissariamento con la possibile conseguenza di vederci privati della possibilità di mantenere la proprietà della infrastrutture idriche; invece con questa soluzione rimarremo socio di maggioranza con il 51 per cento”. Il sindaco di Siracusa si sofferma poi sui motivi che hanno portato ad accantonare l’ipotesi della società consortile: “Avrebbe significato mettere in campo risorse e dipendenti che non ci sono, per questo abbiamo deciso di prendere atto delle difficoltà con cui convivono gli enti locali e fatto una riflessione meno ideologica e più pragmatica. Siamo convinti – conclude Italia – di poter avere un socio privato di primissimo livello capace di investire le risorse per migliorare la qualità del servizio su tutti i fronti”.

L’altolà del Forum
Nella lettera aperta, inviata qualche tempo fa, gli attivisti avevano chiesto espressamente ai sindaci di rimettersi “al servizio delle comunità di riferimento anziché ai disegno di espropriazione del bene comune primario”. Un appello che si era accompagnato anche a un’altra considerazione: “Vorremmo ricordare agli amministratori e ai cittadini che nessun privato gestisce per beneficenza ma per fare profitto”. Parole rimaste inascoltate, ma ciò non fa desistere il Forum: “Cercheremo di sensibilizzare il maggior numero possibile di cittadini, affinché si prenda consapevolezza di ciò che sta accadendo”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017