Sessismo all'Università di Palermo: "pagella hot" con i nomi delle studentesse

Sessismo all’Università di Palermo: “pagella hot” con i nomi delle studentesse

Michele Sardo

Sessismo all’Università di Palermo: “pagella hot” con i nomi delle studentesse

Michele Sardo  |
giovedì 15 Dicembre 2022

Oggi assemblea studentesca per parlare del caso all'università di Palermo. L'incontro è organizzato dal collettivo studentesco Medusa

Una pagella “hot” all’Università di Palermo. A farla un dottorando di ricerca di statistica di 27 anni, evidentemente più concentrato a fare tabelle sulle donne che gli giravano attorno che sulla sua materia. L’oggetto della sua lista era il corpo e la sensualità delle studentesse, con un voto al seno, un altro al fondoschiena, un altro all’appeal delle ragazze, e via dicendo. Una goliardia per tanti, una violenza per altri, soprattutto per chi l’ha subita. A far venire fuori quello che può essere definito a tutti gli effetti un atto di sessismo, una giovane studentessa di Economia che a novembre scorso ha inviato una lettera al portale universitario Younipa. La ragazza scrive raccontando il suo senso di frustrazione e di imbarazzo, per quella classifica che è prima finita su una chat di dottorandi e poi sui telefono di molti suoi colleghi universitari e che da molti è stata distorta, tra chiacchiericci e storpiature nei corridoi dell’ateneo che hanno stampato sulla pelle delle ragazze “pagellate” una sorta di lettera scarlatta. Una mercificazione, svilente e infamante, che, a dire della ragazza, comprendeva una sezione in cui si dava anche un voto alle prestazioni sessuali.

“A redigere questa classifica – scrive la studentessa su younipa – è stato uno dei dottori di ricerca del dipartimento, un mio ex collega con cui peraltro non sono mai andata oltre un caffè alle macchinette. Con cui non ho mai avuto alcun contatto se non dei saluti sfuggenti e uno scambio di sorrisi tra i corridoi dell’edificio. Di certo non ha mai avuto modo di giudicare le mie capacità orali, nemmeno a livello di esame di profitto, ma questo non l’ha fatto desistere da scrivere il mio nome e cognome su quella lista, oggettificandomi e mortificandomi”.

Prima della pubblicazione della lettera sul portale younipa, il fatto era stato segnalato ai vertici dell’Università ma delle semplici scuse inviate tramite email da parte del ricercatore avevano archiviato il caso. Ma non le voci di corridoio e le storpiature. Da qui l’esigenza di denunciare, anche se non alle autorità, nel giorno in cui si celebrava la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il fastidio di diventare oggetto di pettegolezzi, per una molestia, seppur solo sulla carta, pruriginosa e volgare. Il dottorando adesso non opera più a Palermo, ma solo perché il suo contratto è scaduto, non certo per una sospensione.

Oggi alle 16, all’interno dell’aula Cucchiara dell’Università del capoluogo siciliano si terrà un incontro organizzato dal collettivo studentesco Medusa, a cui parteciperanno anche numerose associazioni. In questi giorni striscioni sono stati affissi all’interno della cittadella universitaria, in cui si stigmatizza il gesto del dottorando e in cui si chiede di bandire dall’ateneo, con tolleranza zero, i sessisti.

Striscione all’ingresso dell’Università di Palermo

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