Manca neurochirurgia pediatrica: bimbi operati in strutture per adulti

Sicilia senza neurochirurgia pediatrica: i bimbi operati in strutture per adulti

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Sicilia senza neurochirurgia pediatrica: i bimbi operati in strutture per adulti

Sonia Sabatino  |
martedì 13 Dicembre 2022

Ci vorranno 6 anni per la realizzazione del Polo pediatrico, come ha sottolineato il presidente della Regione, Renato Schifani.

È stata annunciata proprio di ieri dal presidente Renato Schifani la notizia della ripartenza dei lavori per la costituzione di un Polo pediatrico che potrà gestire anche le patologie ad alta intensità. Ma passeranno 5 anni per la realizzazione della struttura, quindi nel frattempo cosa si farà? La neurochirurgia pediatrica in Sicilia non esiste proprio, per cui l’Arnas Civico di Palermo ha messo a disposizione un’equipe di neurochirurgi per adulti, che in condizioni più o meno di urgenza, operano i bambini nella sala operatoria dell’ospedale Civico, per poi trasportare i piccoli pazienti all’ospedale dei Bambini con l’ambulanza.

In Sicilia: l’attività dell’Arnas Civico

In relazione al fatto che in Italia non è una procedura vietata quella di operare i bambini nelle strutture per adulti, molti ospedali si sono organizzati come meglio hanno reputato. In Sicilia, come già detto, non esiste una neurochirurgia pediatrica, motivo per cui all’Arnas Civico di Palermo utilizza l’equipe del professore Giovanni Trigali per effettuare operazioni neurochirurgiche all’interno del reparto per adulti, per lo più urgenze, ma anche interventi meno urgenti come le Mav. “Abbiamo un concorso in piedi per 5 posti a tempo indeterminato, bisogna vedere che candidati arriveranno e se avranno abbastanza esperienza. Noi già internamente ci stiamo organizzando, il dottore Tringali fa operazioni di tutti i tipi, quando è richiesto opera anche i bambini nella sala operatoria degli adulti”, conferma a QdS Roberto Colletti, direttore Generale dell’Arnas Civico. “In tanti ospedali operano i bambini all’interno di strutture per adulti, certo non è una situazione ottimale, è una condizione di necessità, ma non è una faccenda nuova né in Sicilia, né in altre regioni italiane – ha riferito Luca Massimi, neurochirurgo pediatrico del Policlinico Gemelli di Roma – Se ci sono dei bambini per cui non è possibile temporeggiare vengono operati, l’importante è che sia prestata un’assistenza adeguata. Questa è comunque una questione italiana annosa che credo e spero stiano cercando di risolvere in qualche modo”.

Creare dei percorsi distinti per adulti e bambini

Una delle criticità maggiori della Sanità italiana riguarda la distinzione tra il percorso terapeutico-assistenziale pediatrico e quello degli adulti, per cui ogni ospedale è organizzato in modi più o meno adeguati. “Per legge, in ogni ospedale dovrebbe esserci un reparto appositamente legato all’infanzia e all’adolescenza, ma non sempre è così – ha riferito a QdS Giuseppe Mele, presidente nazionale Fimp (Federazione Italiana medici pediatri). Fino a qualche tempo fa spesso gli ospedali erano sprovvisti anche della Chirurgia Pediatrica e ci sono dei complessi in cui non esiste nemmeno oggi. Il Pronto Soccorso pediatrico dovrebbe essere presente in tutte le strutture sanitarie italiane, invece c’è soltanto nel 30% degli ospedali, il 70% ne è sprovvisto. Siamo l’unico Paese in cui ancora non si è legiferato sull’argomento per separare il percorso pediatrico da quello degli adulti”.

Ripartono i lavori dell’Ismep: cosa succederà in questi 5 anni?

Proprio ieri il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato che ripartiranno a breve i lavori per l’Istituto Mediterraneo di Eccellenza Pediatrica di Fondo Malatacca, che dureranno 5 anni. “Noi vorremmo portare a Palermo dei professionisti di chiara fama attraverso un partenariato o una convenzione, fino a questo momento nessuno ha risposto ai bandi e la situazione ci ha causato molto stress. Decideremo insieme all’assessorato su come procedere, intanto ci siamo organizzati con il professore Tringali per le urgenze” ha chiarito ancora Colletti riferendosi ai due bandi andati deserti che l’Arnas Civico ha presentato per la costituzione della Neurochirurgia Pediatrica in Sicilia. “Il progetto del nuovo polo pediatrico è diventato nel tempo una chimera. Un’oasi nel deserto che molte volte riempie di speranze tanti piccoli pazienti. Spero che i tempi di realizzazione siano più brevi di quanto annunciato – ha lamentato Giovanni D’Aiuto, presidente della Uildm – Le persone dinanzi a patologie così complesse hanno poco da decidere. Devono avere tempestività e risorse economiche che talvolta non si hanno. Un genitore disperato in queste condizioni può solo indebitarsi per mantenere in salute i propri piccoli. In questo lasso di tempo, che serve a creare l’eccellenza del nuovo polo pediatrico, le istituzioni dovrebbero comunque attivarsi per garantire un livello essenziale di assistenza in un reparto dedicato con ambulatori e degenza o quantomeno sostenere le famiglie per cercare di trovare il minimo standard di assistenza. Speriamo che i buoni presupposti e i progetti discussi nei tavoli tecnici in questi giorni portino veramente alla luce il grande polo pediatrico di eccellenza per il bene dei piccoli pazienti siciliani”.

Il progetto dell’assessore alla Salute

È un segnale importante quello che il nuovo governo regionale e l’assessore Giovanna Volo lanciano: la ripresa dei lavori per la realizzazione dell’Ismep è il primo passo per garantire adeguate cure anche ai piccoli siciliani. “Davanti alla gravità della situazione o al rischio di perdere il bambino, che magari ha avuto un trauma cranico importante, non si può fare altro che operare all’interno della struttura per adulti. Si è sempre fatto al Civico come altrove in Italia – ha dichiarato a QdS l’assessore Volo – È ovvio che con la costituzione di un Polo pediatrico ci sarà spazio anche per l’attività di programmazione di interventi non soltanto traumatici, ma organici (tumori e malattie neurologiche rare). Per questi cinque anni non abbiamo grandi soluzioni da sostenere, noi l’abbiamo trovata per il futuro, purtroppo i tempi sono quelli che sono, anzi sono stati ristretti al massimo rispetto al completamento strutturale dell’immobile. L’ospedale “Di Cristina” non è idoneo ad ospitare questo genere di attività, perché per la neurochirurgia ci vogliono delle strutture particolarmente attrezzate. Noi stiamo cercando di porre rimedio ad un vuoto che dura da anni, siamo appena arrivati e credo che siamo stati tempestivi, però, ci sono delle tempistiche da rispettare che non dipendono da noi. Di certo, vogliamo fornire una struttura pediatrica di alto livello che possa garantire ai bambini siciliani una risposta a quelle che possono essere le patologie ad alta intensità, senza doversi rivolgere ad altre realtà assistenziali italiane”.

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