Sistemare il sistema - QdS

Sistemare il sistema

Pino Grimaldi

Sistemare il sistema

sabato 11 Settembre 2021

Quando nel Gennaio scorso Rizzoli edita il libro “Il Sistema”, intervista del giornalista Sallusti all’ex magistrato Palamara, scoppia la bomba innescata da tempo su quanto di esecrabile accade nella magistratura italiana.

Per la prima volta un pezzo da novanta di essa, membro del CSM, già presidente della Associazione Nazionale Magistrati e notoriamente amico degli amici che insieme manipolavano posizionamenti e sentenze, parla, racconta e butta tanto di quel fango su quello che la Costituzione chiama “Ordinamento giurisdizionale” da far passare organizzazioni criminali o altre – oggetto dell’intervento della magistratura, con giudici trucidati in ogni parte d’Italia – quasi un “minus”a fronte di ciò che alcuni magistrati – il “pentito” racconta – avrebbero (sempre ?) fatto pro domo propria e dei loro pupilli politici: e viceversa.

Ora “il popolo” sa: e perché ad oggi sono uscite oltre 10 edizioni del volume, e perché da allora quotidianamente assieme alla notizie su pandemia, vaccinazioni e similari tutti i media e social a portare elementi che hanno reso difficile dipanare la matassa. In una parola l’ordinamento giurisdizionale italiano è imploso dopo la esplosione che il dinamitardo sopradetto, ora radiato dall’Ordine, ha innescato con le sua rivelazioni. Che a dire di Sallusti sono appena il 30% di quanto sappia e voglia dire, talché affermare che è una storia senza fine è scontato.

Durante i lavori della Costituente – commissione dei 75 ed aula – vi fu gran dibattito su come inquadrare il “potere” giudiziario temuto fin da allora. Lo si voleva del tutto diverso da come era stato nel Regno di Sardegna,in quello d’Italia dal 1865 ventennio fascista,ovviamente incluso.
Tutti a cercare soluzioni di alto valore per combinare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura con la convivenza con il potere esecutivo e legislativo. Grandi giuristi e politici da Calamandrei a Leone, Moro,Togliatti, Ruini – lungo elenco! – spesero mesi per partorire il sistema nel quale non ci fosse dipendenza alcuna dal potere politico, ma non ci fosse manco prevaricazione della magistratura sugli altri poteri.

A conti fatti non ci riuscirono ed è da quel giorno, Palamara a parte, che se ne discute. A vuoto: perché il legislatore ha sempre avuto “paura” (paura!) di perdere il rapporto di grazia con la magistratura per gli scheletri negli armadi che ogni volta si ritrovava! Onde dire che il Parlamento italiano è stato succube della magistratura é talmente vicino al vero da prospettarsi verità.

Il combinato disposto di un Presidente della Repubblica ex Giudice Costituzionale ed un Ministro della Giustizia ex Presidente di tanto organo rischia,ahimè, di non avere il tempo – dati i termini delle due funzioni – per una rivoluzione che vada dalla riforma del CSM alla separazione delle carriere (inquirente e giudicante) lasciando autonomia si, ma non strapotere quale quello fin’ora esercitato e sul quale Palamara non ha taciuto. Anzi.

Dopo tre quarti di secolo riscrivere il Titolo IV della Carta è il meno che si possa fare.
Lo si faccia!

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