Stupro di Palermo, deriva culturale che riguarda tutta la società - QdS

Stupro di Palermo, deriva culturale che riguarda tutta la società

redazione

Stupro di Palermo, deriva culturale che riguarda tutta la società

Roberto Greco  |
sabato 26 Agosto 2023

La grave violenza subita da una giovane donna al Foro Italico è la punta dell’iceberg di un disagio profondo

PALERMO – Non troverete sul nostro giornale il racconto degli aspetti morbosi di quest’orribile tragedia. E non troverete neppure facili giudizi o, men che meno, urla verso le pene capitali. Quanto è successo lo scorso 7 luglio a Palermo, è forse uno degli episodi più tragici che in questo 2023 saranno ricordati sul calendario delle violenze perpetrate da uomini nei confronti delle donne.

La cronaca di quanto accaduto è impietosa: nella notte del 7 luglio sette giovani, tutti con età compresa tra i 17 e i 22 anni, incontrano, nel centro storico del capoluogo siciliano, una giovane donna. Dopo averla fatta bere, la accompagnano in una zona isolata del Foro Italico, dove la avrebbero ripetutamente violentata. La testimonianza resa dalla vittima ai magistrati è cruda. Cruda tanto quanto l’azione che i presunti colpevoli hanno fatto abusando di quella che hanno ritenuto una loro proprietà.

Gli indagati oggi tentano di sminuire l’accaduto anche dichiarando che la ragazza fosse consenziente ma, pur facendo salva la presunzione d’innocenza sino al passaggio in giudicato delle sentenze, gli elementi a disposizione degli investigatori e dei magistrati che si stanno occupando dell’indagine sembrano non lasciare dubbio alcuno. Nei social si è scatenata una vera e propria campagna di sdegno e di condanna per l’accaduto anche con derive altrettanto terribili, con l’invocazione della castrazione chimica e dell’evirazione.

Gli schieramenti, parzialmente definiti, sono diversi: da chi s’indegna, dichiara solidarietà con la vittima e li condanna a quanti, loro familiari o conoscenti, che stanno cercando di ribaltare sulla vittima la responsabilità dell’accaduto per arrivare a quanti tacciono, celando dietro il silenzio il loro giudizio. Si evoca il patriarcato come responsabile “occulto” di quanto accaduto ma, in realtà, quasi nessuno si pone le domande necessarie per capire cosa è concretamente obbligatorio fare oggi per recuperare una situazione di disagio sociale, e culturale, della quale stiamo raccogliendo gli amari frutti.
Oggi più che mai non abbiamo bisogno di slogan da sbandierare, magari seduti comodamente sul proprio divano, ma abbiamo bisogno di capire per agire perché siamo di fronte a un fenomeno di cui questo stupro è solo la punta dell’iceberg, un iceberg alimentato da disagio, povertà e fragilità educativa e sociale.

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