Il Sud traina la locomotiva del gioco online. Sicilia al secondo posto - QdS

Il Sud traina la locomotiva del gioco online. Sicilia al secondo posto

redazione

Il Sud traina la locomotiva del gioco online. Sicilia al secondo posto

lunedì 14 Marzo 2022

Il gioco a distanza legale segna da almeno due anni un volume di spesa in positivo in tutta Italia: Campania, Sicilia e Lombardia ai primi posti del podio nazionale

Comunicazione aziendale

Tra tutti i settori coinvolti nella trasformazione digitale in atto, e nella progressiva virata verso l’e-commerce e i servizi online da parte dei consumatori italiani, quello del gioco a distanza merita un’analisi basata sui dati nazionali degli ultimi anni, poiché la sua crescita nell’ultimo biennio, e in alcune regioni in particolare, chiama in causa numerosi fattori, dal ruolo delle sedi terrestri alla tecnologia, come anche le strategie d’impresa e marketing degli operatori.

I dati ufficiali: giocate e conti attivi vedono protagonista il Sud

I numeri nazionali – basati sul gioco legale poiché raccolti da ADM – continuano a segnare una crescita della spesa almeno fino al febbraio 2022, quando questa ha oltrepassato i 147 milioni di euro, con un 3,3 per cento in più rispetto al 2021.  L’anno della svolta è stato però il 2020, quando il balzo in avanti rispetto al 2019 è stato del 47,7 per cento, e il totale di puntate ha toccato gli 1,2 miliardi di euro.

Se si scende nel dettaglio dei dati, il quadro fa risaltare l’ampiezza del fenomeno nelle regioni del Sud, e in particolare in Campania e in Sicilia, tra le prime dello Stivale per numero di conti di gioco attivi online nel 2020, pari, rispettivamente, a 2 milioni e 526 mila e e 1 milione e 819 mila, contro il milione e 556 mila della Lombardia.

In Sicilia, nello specifico, la raccolta a distanza ha rappresentato il 74 per cento di quella totale, sempre nell’anno del primo lockdown, il quale si è necessariamente ripercosso sugli operatori in loco, creando una sproporzione tra fisico e online.

Va anche segnalato, però che, già nel 2019, ogni isolano ha speso in media circa 1.900 euro nel gioco, di cui 926 euro in quello a distanza, come rilevato dal Libro Blu di ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).

Dietro questa fotografia numerica si possono leggere numerosi fattori e concause, soprattutto in merito al rapporto tra fisico e online.

I motivi di una tendenza: l’impasse del fisico e l’offerta del digitale

Appare chiaro come, a livello nazionale, la chiusura forzata delle saracinesche delle sedi di gioco sul territorio causate dall’emergenza sanitaria – a cui sono seguite deboli riaperture soggette a restrizioni come il green pass, abbia dirottato i giocatori verso le soluzioni dell’online. Questo ha segnato, soprattutto per gli operatori più forti a livello tecnologico e competitivi nei software, un guadagno di nuova utenza non indifferente, anche perché, nel frattempo, la proposta dei concessionari legali presenti in Rete si è arricchita di formule di benvenuto, promozioni come casino bonus di vari tipi (da quelli sui depositi a quelli senza il deposito, utili proprio a provare la piattaforma prima di aprire un conto).

Non solo, la tecnologia innovativa degli sviluppatori applicata alle piattaforme di gioco ha visto crescere anche l’offerta di app native oppure ottimizzate per mobile, non sostitutive dell’esperienza di gioco in sala, ma comunque più versatili della variante “desktop”. Si tratta di una frontiera di interattività che è stata peraltro completata dai giochi live, i quali, per mezzo della grafica, degli effetti sonori e della figura dei cosiddetti croupier virtuali sono capaci di simulare molto da vicino quella che è l’ambientazione tipica e l’atmosfera dei casinò terrestri.

Tutto questo si è verificato e si sta verificando mentre si cerca di fare chiarezza sull’evoluzione del comparto nei prossimi anni, soprattutto ora che la legge delega sul riordino del gioco pubblico messa a punto dal sottosegretario di Stato del MEF Federico Freni è stata messa al vaglio della presidenza del Consiglio e presentata ad ADM.

L’approvazione e la successiva entrata in vigore della legge potrebbero modificare in modo sostanziale le dinamiche e le tendenze del gioco in Italia, poiché tra i punti cardine da essa individuati rientrano la regolazione delle piattaforme legali a distanza, così come il raccordo tra la disciplina nazionale e quella regionale, nonché la razionalizzazione della rete fisica. Questo comporterebbe un riallineamento su scala italiana di tutte le misure connesse alla distanza e alla dislocazione delle sale da gioco sul territorio, e dunque un adeguamento alle nuove disposizioni, compresa dunque l’attuale legge sul gioco vigente in Sicilia, ovvero quella del 21 ottobre 2020, poi modificata dall’Ars nel luglio scorso con l’eliminazione del distanziometro per le attività già esistenti.

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