Tari Messina, tra costi elevati e conti che non tornano - QdS

Tari Messina, tra costi elevati e conti che non tornano

Lina Bruno

Tari Messina, tra costi elevati e conti che non tornano

venerdì 06 Ottobre 2023

L’Amministrazione comunale punta a ridurre l’impatto della tassa sui rifiuti su famiglie e imprese, ma per far questo è indispensabile intervenire su chi continua a non pagare quanto dovuto

MESSINA – Riduzione del 30% della tassa sui rifiuti. Per il momento è solo un obiettivo da raggiungere che si è posto Roberto Cicala, assessore comunale che tra le tante deleghe ha anche il Contrasto all’evasione ed elusione tributaria e all’Informatizzazione e Digitalizzazione. Lo ha detto a pochi mesi dal suo insediamento e lo ha ribadito durante il suo intervento in Aula consiliare per illustrare il suo primo anno da componente della Giunta Basile.

Tari a Messina, tariffe continuano a essere alte

Le tariffe continuano a essere alte e Messina è tra le cinque città italiane con il costo maggiore. Il primato lo ha evidenziato pure un recente studio della Uil che ha confermato i dati su cui sta lavorando il Comune. Una famiglia messinese paga in media 476,49 euro l’anno a fronte di una media nazionale di 324 euro, di più fanno soltanto Pisa, Brindisi, Genova e Benevento. Se invece si compara alle altre Città Metropolitane, la posizione in classifica è quella di seconda, dietro Genova.

Intervenire sui cosiddetti fantasmi della Tari

Cicala insieme all’Amministrazione ha un piano che ha messo a punto nei mesi scorsi e che adesso è diventato operativo con una serie di azioni: per prima cosa l’invio di ottomila raccomandate alle famiglie e diecimila Pec in programma per società e partite Iva. Soltanto così, secondo l’assessore, si potrà pagare meno: intervenendo sui cosiddetti fantasmi della Tari. L’omesso versamento, negli ultimi cinque anni, è di circa 100 milioni, una quota non incassata di circa 25 milioni di euro l’anno. Per chi non risponde alla comunicazione comunale, partirà l’accertamento entro il 31 dicembre. È stato calcolato che il 55% non paga la Tari entro l’anno corrente. Scatterà così la riscossione coattiva con l’intervento dell’agenzia e aiuterà il nuovo software di gestione Tari, che consentirà di fare partire anche l’attività accertativa di tutte le annualità non prescritte per omesso, o parziale, versamento delle bollette e fatture.

C’è però anche qualche segno di inversione di tendenza. L’ultima bolletta, infatti, con scadenza il 30 agosto, ha visto a distanza di un mese un incasso del 60% a fronte di un introito di pari percentuale che si otteneva in genere nell’arco dei dodici mesi. La sfida è anche fare emergere chi non risulta neppure negli elenchi e ha l’obbligo del pagamento della tassa e per questo sono state invitate circa ottomila famiglie residenti, non correttamente registrate, ad autodenunciarsi tramite una piattaforma web ideata ad hoc. Sono stati inviati anche i moduli cartacei da compilare, con i dati catastali di occupazione e con l’obbligo di indicare la data di inizio detenzione degli immobili ai fini della tassazione. C’è anche in corso l’aggiornamento dei componenti dei nuclei familiari, in modo da far pagare l’adeguamento.

A fine settembre è stata consegnata, per la notifica, la lista delle attività non domestiche non presenti nella banca dati. Un elenco di oltre diecimila soggetti che è venuto fuori dagli archivi che la Camera di Commercio ha rilasciato e che il Comune ha sottoposto ad aggiornamento. La loro dichiarazione non porterà obbligatoriamente a una nuova tassazione, perché alcune attività potrebbero svolgersi senza l’ausilio di un immobile o utilizzando lo stesso immobile condiviso con l’abitazione. Un’altra azione in fase d’avvio, tramite la società in house Patrimonio Messina Spa, è la verifica della corretta superficie metrica di quelle attività che occupano immobili di categoria D, quindi stabilimenti di produzione, commercio ed esposizione.

Il recupero del sommerso e dell’evasione non avrà tempi brevi

Il recupero del sommerso e dell’evasione non avrà tempi brevi, nel frattempo è stato varato un piano di interventi per agevolare chi non può pagare un tributo così elevato. A settembre il Consiglio comunale ha dato il via libera a una serie di misure per venire incontro alle famiglie con più difficoltà, e non sono poche mentre limitate sono le risorse disponibili. Per chi è in disagio socio-economico si prevede una spesa di 564 mila euro. Hanno diritto alle agevolazioni i contribuenti con un reddito Isee del nucleo familiare fino a 13.500 euro. Verrà stilata una graduatoria che prevederà fino alla posizione 500 un’esenzione totale del tributo mentre i contribuenti dal numero 501 al 1.000 saranno esentati dal pagamento di due rate. Sono stati inoltre accantonati 36 mila euro per gli ultrasettantenni, unici componenti del nucleo familiare, con invalidità del 100% e Isee fino a 13.500. A parità di reddito avrà la precedenza il contribuente più anziano.

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