Trapani, lo strappo sul Parco nazionale “Occasione, non certo errore” - QdS

Trapani, lo strappo sul Parco nazionale “Occasione, non certo errore”

Vito Manca

Trapani, lo strappo sul Parco nazionale “Occasione, non certo errore”

martedì 08 Febbraio 2022

No secco al progetto da parte del Comune di Favignana che non molla la presa e difende l’autonomia della sua Riserva Marina. Il vicesindaco Vaccaro: “Area vasta con identità troppo diverse”

TRAPANI – Ipotizza uno strappo ma non lo vuole e punta ad evitarlo. L’assessore alla Tutela del Territorio del Comune di Trapani, Giuseppe Pellegrino si schiera e senza remore: il Parco nazionale delle Isole Egadi e del litorale trapanese è un’occasione e non certo un errore. C’è però da superare il no secco del Comune di Favignana, che non molla la presa e difende l’autonomia della sua Riserva Marina, la più grande d’Europa. Riserva che va a gonfie vele con un suo progetto di sviluppo ormai collaudato negli anni.

Pellegrino tuttavia insiste. Ha messo mano al documento dei sindaci (dicembre 2020) che ha ridato vita e fiato ad un classico della politica italiana. C’è una legge del 2007 che istituisce quattro Parchi, ma soltanto Pantelleria l’ha spuntata ed ora canta vittoria. Quello egadino e gli altri due, dei Monti Iblei e delle Isole Eolie, sono rimasti invece al palo. Pellegrino non soltanto insiste ma prova anche ad aprirsi un varco politico. Fa riferimento ad un altro documento, quello che il Pd trapanese ha approvato qualche giorno fa, per sostenere l’istituzione del Parco, aggiungendo che “il primo firmatario è Michele Rallo, dirigente del Pd di Favignana”.

Come dire, nell’arcipelago non la pensano tutti come il sindaco Francesco Forgione. L’assessore dem mette altra carne al fuoco: “Lo scorso 17 dicembre c’è stata la presa di posizione favorevole all’istituzione del Parco da parte di Legambiente Marsala e Petrosino, con l’indicazione forte di andare avanti anche, eventualmente, con il solo via libera al Parco nazionale del litorale trapanese”.
Da qui l’ipotesi di strappo, con un Parco a metà, che molla le Egadi riottose per unire invece chi è già unito: i sindaci della fascia costiera, e non solo, della provincia, da Campobello di Mazara ad Alcamo. “I diversi interventi che tutelano parte del territorio – continua Pellegrino – non sono oggi integrati tra loro”.

L’assessore scommette sul salto di qualità che rivendica per il Parco: “Dall’istituzione delle Riserve naturali la popolazione ha visto solo i limiti dettati dai vincoli. L’istituzione del Parco, con una gestione centralizzata delle aree protette, e con piani d’intervento complessivi, potrebbe portare dei benefici che favorirebbero un migliore rapporto tra i cittadini, l’ambiente in cui vivono e le istituzioni. Non più solo divieti ma opportunità”.
Salto di qualità che non riesce a fare presa a Favignana e che il vicesindaco Vito Vaccaro prova a criticare: “La nostra contrarietà è dettata dalla valutazione della complessità di una proposta di Parco che comprenderebbe una vasta area con identità diverse”.

Il numero due dell’amministrazione s’appella alla storia: “Circa 10 anni fa anche l’allora consiglio comunale si era opposto al progetto”. Premessa che gli consente di andare al sodo: “Tra le perplessità c’è poi il rischio di competenze di gestione con la nostra Area Marina Protetta, in quanto si potrebbe verificare una sovrapposizione, o addirittura una esclusione della gestione territoriale. Riteniamo dunque che sia necessario informare e sensibilizzare sul tema l’intera comunità egadina. Sarebbe opportuno affrontare con i cittadini la questione, valutandone benefici ed oneri”.

Vaccaro si presenta dialogante ma alla fine affonda il colpo: “Senza fare facile demagogia, gli abitanti dell’arcipelago vorrebbero anzitutto che venissero affrontati e risolti, con interventi energici da parte del governo nazionale e regionale, problemi legati alla quotidianità che interessano il Comune, come lo smaltimento dei rifiuti, la sanità, i trasporti marittimi, la scuola. Temi che sono di primaria importanza per la sopravvivenza stessa delle comunità di Favignana, Levanzo e Marettimo. Solo dopo aver dato risposte concrete a questi problemi si può tornare a parlare del Parco delle Egadi, magari estrapolandolo dal contesto trapanese così ampio e vasto”.

Uno strappo al contrario che Vaccaro affida ad una mossa politica: “Rimaniamo dell’avviso che i cittadini dovrebbero esprimersi, se necessario, attraverso un referendum popolare per capire se la maggioranza è d’accordo”. Strappo che sta nelle cose ma con una via d’uscita seppure parziale. C’è infatti ancora tempo per discutere e mediare. A fare da portavoce del dialogo è l’onorevole Valentina Palmeri con la soluzione tampone che arriva dall’Ars, in particolare dai lavori della Commissione competente: “L’assessore all’Ambiente ed al Territorio Salvatore Cordaro ha specificato che, relativamente all’emanazione dei decreti attuativi del Parco nazionale delle Egadi e del litorale trapanese, ha avuto un mandato preciso da parte del Ministero della Transizione Ecologica di posticipare l’iter successivamente a quello del Parco degli Iblei, che si trova in fase avanzata di definizione”.

La deputata dei Verdi accoglie la notizia con la formula del bicchiere mezzo pieno: “Questa interruzione, se da un lato non è un dato positivo, dall’altro permetterà di definire meglio e di valorizzare l’alto riconoscimento dato alle Egadi che, dal 2019, sono state inserite nelle Aree Marine specialmente protette d’importanza mediterranea, godendo di una protezione di rango internazionale”. Si può dunque trattare e la parlamentare alcamese è pronta a dare il suo contributo: “Tale circostanza è un buon punto di partenza per ridisegnare correttamente il Parco che deve eventualmente integrare, senza assorbirla, l’Area Marina protetta delle Egadi”.

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