Polizia penitenziaria, troppi suicidi, la Cgil chiede un cambiamento - QdS

Polizia penitenziaria, troppi suicidi, la Cgil chiede un cambiamento

redazione

Polizia penitenziaria, troppi suicidi, la Cgil chiede un cambiamento

mercoledì 26 Agosto 2020

L’organizzazione sindacale ha inviato una lettera ai vertici del Dap e del Dgmc. “Necessario attivare interventi a beneficio di serene condizioni lavorative”

ROMA – “Urge un vero e proprio mutamento storico per e nelle carceri italiane”. A chiederlo è la Fp Cgil in una lettera inviata ai vertici del Dap (Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria) e del Dgmc (Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità) in relazione all’escalation di suicidi da parte di appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, ben sei da inizio anno.

“Abbiamo più volte richiamato – aggiunge il coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Stefano Branchi – la necessaria opportunità, anche con i predecessori Capi Dipartimento, di attivare interventi efficienti a beneficio di serene condizioni lavorative e di supporto presso i singoli Istituti Penitenziari. È arrivato il momento di avviare un monitorato lavoro di intelligence che veda il poliziotto protagonista del sistema penitenziario e non più collocato in isolata e statica attività di vigilanza ed osservazione nei reparti detentivi, molto spesso affollati da popolazione detenuta (perlopiù con problematiche di natura psichiatrica e affetti da dipendenze patologiche varie) e vivendo quindi continui impatti/attacchi emotivi e di naturale empatia sociale”.

“Vanno inoltre rivisti aspetti organizzativi del lavoro, oltre ad una quotidiana attività di ascolto/dialogo con i lavoratori, istituendo sportelli di ascolto. Urge un vero e proprio mutamento storico per e nelle carceri italiane, arginando la volontà di individuare capri espiatori ovvero incalzare disadorne polemiche, a giovamento di tutta la collettività penitenziaria”.

“Noi siamo pronti – conclude Branchi – a costruire e partecipare, con la collaborazione sinergica che da sempre ci contraddistingue. La Polizia Penitenziaria continuerà ad operare con spirito refrattario e di abnegazione professionale, ma merita ogni rispetto e dignità”.

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