Tutela Riserva dello Zingaro, serve il salto di qualità - QdS

Tutela Riserva dello Zingaro, serve il salto di qualità

Vito Manca

Tutela Riserva dello Zingaro, serve il salto di qualità

venerdì 10 Dicembre 2021

Il deputato Lombardo, che nel 2019 ha presentato un Ddl alla Camera, spiega al QdS: “La zona sottoposta a piena tutela è quella terrestre, la parte marina no, è un Sito di Importanza Comunitaria”

TRAPANI – Nessuno dice di no. Del resto sarebbe difficile giustificarlo. Ma bisogna spingere lo stesso. Per istituire l’area marina protetta dello Zingaro. Proprio così. C’è quella terrestre dal 1981. Manca all’appello l’altra, che punta a tutelare la costa del Golfo di Castellammare.

La prima, storica, in Sicilia, fermò il rischio concreto di un attacco ambientale: la litoranea da Scopello a San Vito Lo Capo. Una marcia ambientalista (1980) ed una legge regionale (1981) segnarono una svolta, una scelta di campo. Via libera alla Riserva e ad un progetto di sviluppo sostenibile. Ora, una nuova fase. Per fare un passo in avanti. Dal 2019 c’è un disegno di legge presentato alla Camera. Porta una firma, quella dell’onorevole Antonio Lombardo. Alcamese, come Francesca Messana, protagonista della sfida per la Riserva terrestre. Il parlamentare fa il punto della situazione: “La zona sottoposta a piena tutela è rappresentata dalla parte terrestre, inserita all’interno della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, sia come Zona Speciale di Conservazione, mentre la parte marina non è al momento un’area protetta ma un Sito di Importanza Comunitaria, la cui tutela è affidata alle cosiddette Misure Minime di Conservazione che già prevedono una serie di attività consentite e vietate. Con l’istituzione dell’area marina potremo avere finalmente una zona costiera protetta nella provincia di Trapani e venire incontro alle decine di migliaia di visitatori e fruitori che la chiedono a gran voce da anni”.

Le carte che servono, quelle che contano per fare il salto di qualità, sono nelle mani del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Il faccia a faccia con Lombardo è stato positivo. L’onorevole sottolinea che “L’area marina protetta Fondali dello Zingaro completerebbe la parte terrestre essendo la stessa indissolubilmente legata, sia per la storia ma anche per la geologia e morfologia dei fondali. Vi sono numerosissime grotte carsiche subacquee, ampie distese di posidonia ed una ricchissima fauna marina che se ben protetta all’interno della Riserva potrebbe creare anche una sorta di nursery-ittica, aumentando le risorse ittiche dell’intero Golfo, con ricadute economiche non indifferenti tra i pescatori artigianali di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo che continuerebbero tranquillamente le loro attività cosi come fanno i pescatori locali in tutte le aree marine protette del mondo”.

C’è un solo articolo di legge da modificare. È il numero 36 della legge 394 del 1991. Darebbe il disco verde ad inserire lo Zingaro tra le aree in cui possono essere istituiti Parchi o Riserve marine. Lombardo punta sull’impegno del Ministro: “Cingolani è apparso entusiasta della proposta perché è già sua volontà quella di aumentare la superficie della aree marine protette in tutta Italia. Per tale ragione si è detto ampiamente disponibile a dare seguito a questa iniziativa ed a cercare le disponibilità finanziarie nel bilancio del suo Ministero”.

La Riserva terrestre è gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione che l’ha, più volte, dovuta difendere dagli incendi, in buona parte dolosi, che hanno tentato di cancellarla. Gli interessi economici e speculativi sono sempre stati in agguato e continuano ad esserlo. L’istituzione della Riserva marina finirebbe per blindare l’intera zona. Lombardo vorrebbe così chiudere il cerchio per evitare di presentare interrogazioni come quella dello scorso 21 marzo – ancora il Ministro Cingolani chiamato in causa – che delineava uno scenario allarmante in prossimità dell’area protetta: “In ampie zone della baia di Scopello non è garantito l’accesso al mare, le sue bellezze naturali e paesaggistiche sono mortificate dal troppo cemento e gli antichi sentieri sono ormai dimenticati e stravolti. L’esplosione del turismo, decisivo nello sviluppo di un’intensa urbanizzazione, che non ha risparmiato neppure le adiacenti aree montane all’intero di siti pluriprotetti, provoca una significativa crescita delle presenze nel periodo estivo”. Lo Zingaro protetto a metà. è arrivato il momento di completare l’opera.

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