Unict, tre quarti dei laureati sono soddisfatti del percorso di studi - QdS

Unict, tre quarti dei laureati sono soddisfatti del percorso di studi

redazione

Unict, tre quarti dei laureati sono soddisfatti del percorso di studi

mercoledì 17 Giugno 2020

Pubblicato il rapporto di Almalaurea sui tassi di occupazione post-universitaria

CATANIA – I tre quarti dei neolaureati sceglierebbero nuovamente l’Università di Catania per il loro percorso universitario. È quanto emerge dal XXII rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati condotta dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea e resa nota nei giorni scorsi che ha coinvolto 76 atenei aderenti e per l’Università di Catania ben 6.213 laureati nel 2019 (oltre 290mila a livello nazionale) di cui 3.553 di primo livello, 1.589 magistrali biennali e 1.011 a ciclo unico, i restanti in altri corsi pre-riforma.

“Siamo molto attenti a quanto ci dicono le varie indagini sulla qualità dell’offerta e dei servizi degli atenei – commenta il rettore, Francesco Priolo – e anche in questa rilevazione ci sono elementi di soddisfazione e spunti di riflessione. Il gradimento complessivo dei neolaureati, in crescita rispetto allo scorso anno, ci dimostra che siamo sulla giusta strada. Stiamo lavorando incessantemente per migliorare i corsi di studi e adeguarli alla richiesta del mondo del lavoro”.

Secondo quanto emerge dal rapporto si abbassa ulteriormente l’età media del conseguimento del titolo di laurea (26,4 anni), avvicinandosi così alla media nazionale (25,8 anni). Notevole balzo in avanti sul dato relativo ai laureati in corso: dal 39% del 2018 al 41,3% del 2019. In crescita anche il voto medio di laurea: 103,9 su 110 (103,8 nel 2018). Altra nota positiva: il 66,5% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi. Migliora anche la percentuale degli studenti che nel 2019 hanno compiuto un’esperienza di studio all’estero: il 5,7% dei laureati (il 5,4% nel 2018). Nel complesso lo studente dell’Unict è soddisfatto per l’esperienza universitaria appena conclusa: l’84,9% dei laureati per il rapporto con il corpo docente e il 77,7% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso.

Risaltano purtroppo tuttora i dati negativi alla voce “occupazione” del rapporto, aggravati dalla situazione di crisi ingenerata dalla pandemia. L’indagine, in questo caso, ha riguardato complessivamente 11.743 laureati dell’Università di Catania. Per quanto riguarda i laureati di primo livello ad un anno dal titolo (conseguito nel 2018) dall’indagine emerge un tasso di occupazione del 59,4%. Tra gli occupati il 28,1% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’11,9% ha cambiato lavoro; il 60% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 26,7% degli occupati può contare su un lavoro a tempo indeterminato, mentre il 34,9% su un lavoro non standard. Il 17% svolge un’attività autonoma, mentre il lavoro part-time coinvolge il 31,2% degli occupati. Aumenta la retribuzione media: 1.083 euro mensili netti (nella precedente rilevazione era pari a 1.045 euro). Il 44% degli occupati considera il titolo efficace per il lavoro svolto.

Per quanto riguarda i laureati di secondo livello, invece, a un anno dalla laurea il tasso di occupazione è pari al 56,6%. Il 21,6% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 10% ha cambiato lavoro; il 68,4% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali le percentuali sono, rispettivamente, pari a 26,2%, 12,7% e 61,1%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 12,4%, 4,5% e 83,1%. Gli occupati con contratto a tempo indeterminato sono il 26,7%, cresce il dato dei lavoratori part-time (34,4%). Aumenta la retribuzione media (1.183 euro mensili netti, nella precedente rilevazione era pari a 1.128 euro). Il 63,3% degli occupati ritiene la laurea conseguita efficace per il lavoro che sta svolgendo.

A cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2014 è pari al 78,7%, mentre il tasso di disoccupazione è pari all’11,8%. Cresce di quasi due punti percentuali il dato degli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato (50%). Il lavoro part-time coinvolge il 16,9% degli occupati. Aumentano le retribuzioni: in media 1.379 euro mensili netti (1.332 nella precedente rilevazione). Il 68,4% degli occupati ritiene la laurea conseguita efficace per il lavoro svolto. Il 70,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 26,5% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 2,9%. L’ambito dei servizi assorbe l’81,2%, mentre l’industria accoglie il 16,5% degli occupati; 1,7 la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

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