"Furbetti del vaccino" in Sicilia, indagini e polemiche social - QdS

“Furbetti del vaccino” in Sicilia, indagini e polemiche social

Luigi Ansaloni

“Furbetti del vaccino” in Sicilia, indagini e polemiche social

lunedì 11 Gennaio 2021

Sono già partite indagini, in mezzo a giustificazioni dopo imbarazzanti voci e persino video e foto sui social di gente che, evidentemente, non ha ancora ben capito i pro e i contro di mezzi come Facebook o Instagram

Le denunce fioccano, i sospetti aumentano, e anche qualche politico autorevole da Roma ha già alzato la voce.

In Sicilia ci sarebbero “furbetti del vaccino”, gente a cui è stata inoculata la “magica dose” senza averne diritto.

Saltando la fila insomma, dato che i criteri per ora parlano di personale sanitario e Rsa.

E sono già partite indagini, in mezzo a giustificazioni dopo imbarazzanti voci e persino video e foto sui social di gente che, evidentemente, non ha ancora ben capito i pro e i contro di mezzi come Facebook o Instagram.

I CASI IN SICILIA

I carabinieri del Nas di Ragusa hanno avviato indagini sulle dosi di vaccino, circa una trentina, che a Scicli sarebbero state somministrate con il “passaparola” nel giorno dell’Epifania a soggetti non appartenenti al personale sanitario per la mancata presentazione degli aventi diritto.

Si tratta di accertamenti preliminari, finalizzati a ricostruire come siano andate esattamente le cose.

Solo in seguito si valuterà un eventuale rilievo penale. L’Asp di Ragusa, intanto ha rimosso dall’incarico il responsabile delle vaccinazioni, che rimane comunque sempre operativo all’interno dell’azienda sanitaria con la mansione di Capo distretto.

Le dosi del vaccino Pfizer Biontech, una volta scongelate e in mancanza del loro immediato utilizzo, rischiavano di essere gettate nella spazzatura.

Polemiche anche sulla  vaccinazioni anti Covid somministrata, nel distretto sanitario di Petralia Sottana, anche a farmacisti, forze dell’ordine e medici, alcuni dei quali in pensione.

Il tutto ha suscitato un acceso dibattito sui social, anche per alcune foto pubblicare che hanno lasciato più di qualche dubbio, ad esempio di alcuni medici in pensione che orgogliosamente su Facebook hanno immortalato il momento.

Il dottore Maurizio Di Gangi, responsabile del servizio di prevenzione territoriale del distretto sanitario 35 di Petralia Sottana, ha smentito tutto e spiegato perchè qualche dose sia stata usata per vaccinare persone tra virgolette “non in lista”.

“Siamo molto avanti con il programma di vaccinazione, solo pochissime persone che non hanno dato disponibilità nei giorni scorsi non sono stati vaccinate, ma appena ci comunicheranno la loro disponibilità troveranno a Petralia la dose che gli spetta. Ciò che abbiamo fatto è stato solo evitare di sprecare dosi di vaccino lasciandole “scadere” dentro i nostri frigo.

Questo si, sarebbe stato colpevole – spiega Di Gangi-. Così ci siamo semplicemente portati avanti con il programma, vaccinando non passanti ma popolazione sensibile, farmacisti, forze dell’ordine, altri medici anche in pensione”.

Giorgio Trizzino

LA POLITICA SI MUOVE

Il deputato nazionale del M5S, il dottor Giorgio Trizzino, ex direttore sanitario dell’ospedale “Di Cristina” di Palermo, si è fatto portavoce del problema.

“Bisogna pretendere che la vaccinazione avvenga nel rispetto delle regole, senza favoritismi o prevaricazioni – dice -. I furbetti dovranno essere intercettati e condannati.

Ho appreso che dall’inizio della campagna di vaccinazione di massa si sono già verificati in alcune regioni, ivi compresa la Sicilia, casi di abuso e che sono stati vaccinati soggetti non ricompresi tra le categorie indicate dal Ministero della Salute.E’ un fatto gravissimo ed i responsabili devono essere perseguiti dalla legge”.

“Invito tutte le autorità preposte ad effettuare le preliminari verifiche sulla identità dei soggetti che si presentano presso i centri di vaccinazione e sulla corrispondente appartenenza alla fascia di priorità stabilita dal Ministero -continua Trizzino -. Sarebbe opportuno che fin da domani venga aperta una indagine da parte dei Nas sui casi segnalati dalla stampa e che vengano assunti i dovuti provvedimenti”.

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