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Valutare subito l’accordo di Putin

Carlo Alberto Tregua

Valutare subito l’accordo di Putin

sabato 23 Aprile 2022

Insano proseguire la guerra

Non appena si va fuori dal solco tracciato dall’informazione statunitense – che quella occidentale ed europea hanno sposato acriticamente – si viene tacciati per filo-Putin. Si tratta di un’idiozia perché chi ha scritto la sceneggiatura di questa amara vicenda, non vuole che nessuno disturbi il Manovratore. Ma siccome noi pensiamo con la nostra testa e non con quella degli altri e non abbiamo gli occhi bendati, descriviamo lo scenario che vediamo, sgombro da pregiudizi, da ideologie e da altre stupidate di questo genere.

L’abbiamo scritto più volte, il Burattinaio americano voleva provocare Putin e ci è riuscito perfettamente, perché egli non è un uomo di cultura che ha studiato la storia, per cui ha reagito esattamente come voleva il suo Provocatore. Una reazione insana e inumana quando ci sono in mezzo le vite di persone, fra cui quelle più deboli, come anziani, bambini e donne.
Nessuna giustificazione può trovarsi quando si azionano le armi.

Insano è stato l’affiancamento dell’Unione europea alla linea americana per alcuni motivi: il primo riguarda il taglio della crescita impetuosa dello scambio di attività economiche con la Federazione Russa; il secondo vede il taglio della fornitura energetica, della quale non si può fare a meno. Infatti, il bravo “venditore” americano Biden è venuto a offrirci il suo petrolio liquefatto con un costo maggiore del cinquanta per cento rispetto a quello del gas. Speriamo che i governi europei non abbocchino.
In questo scenario, si sono dissociati la Francia di Macron – che verrà certamente rieletto domani – e la Germania di Scholz, primo ministro, e Steinmeier, presidente della Repubblica.
Il primo ha preso le distanze dall’iniziativa di fornitura di armi al Burattino Zelensky; i secondi hanno detto: aiutiamo l’Ucraina col danaro, ma non le diamo un solo proiettile. Una posizione di buonsenso perché non è gettando benzina sul fuoco della guerra che la questione possa risolversi.

Ma perché Zelenzky, anziché tentare con ogni mezzo la via della pace, percorre con ogni mezzo quella della guerra? Nessun comunicatore occidentale gli ha posto questa domanda fondamentale. Attendiamo comunque.
Papa Francesco è intervenuto più volte quasi implorando la pace, che, ovviamente, deve essere sancita dalle due parti. I suoi accorati appelli contro l’invio di armi vanno proprio in questa direzione. Ecco perché apprezziamo la posizione di Germania e Francia, ma non quella del Governo italiano, totalmente appiattito, in questa vicenda, sull’iniziativa statunitense.

I guai che stanno arrivando sul nostro Paese sono enormi, non solo per la minacciata diminuzione della fornitura di gas, ma anche per la diminuzione di fornitura di grano e di mais e per la destabilizzazione dei rapporti economici fra imprese russe e italiane nelle due direzioni.
Fa sorridere l’attivismo di alcuni ministri italiani, che vanno in giro per il mondo, soprattutto in Africa, a firmare accordi che vedranno i propri effetti fra tre/cinque anni. E intanto come diamo energia alle imprese, agli agricoltori, al commercio, alla ricettività e via enumerando? Con le carte firmate, ma del tutto inutili?
Ci vorrebbe serietà nel prendere queste iniziative, consistenti nel comunicare ai cittadini italiani che la soluzione non è andare a cercare nuove fonti energetiche (anche), ma mettere in campo ogni sforzo per fare cessare questa guerra.

Risulta, dai pochi mezzi di stampa che ancora riescono a comunicare la verità, che il Presidente russo abbia presentato un piano per firmare l’armistizio. Poche televisioni e radio e pochi quotidiani ne hanno fatto cenno, mentre si sarebbero dovuti informare sul contenuto della proposta e, per bilanciare l’informazione – come è dovere di ogni giornalista – chiedere a Zelensky quale sia il suo piano per la pace, non per la guerra.

Poi, mettendo a confronto i due piani, esercitare ogni pressione psicologica e materiale per trovare un punto di incontro fra essi.

Non entriamo nel merito delle due proposte perché non abbiamo i mezzi per verificarne i contenuti, ma proprio questa carenza di informazione ci fa capire come il Burattinaio statunitense non voglia che la guerra si concluda, mentre è indispensabile finirla oggi, con buona pace dei guerrafondai e con soddisfazione degli uomini di buona volontà.

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