Almaviva, a Catania protestano i lavoratori: "Dateci risposte" - QdS

Vertenza Almaviva, a Catania esplode la protesta dei lavoratori: “Vogliamo risposte vere”

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Vertenza Almaviva, a Catania esplode la protesta dei lavoratori: “Vogliamo risposte vere”

Giuliano Spina  |
giovedì 30 Marzo 2023

In centro storico a Catania la protesta dei 180 lavoratori etnei, chiesta la riapertura di un tavolo con il MISE.

Continua a generare preoccupazione la vertenza dei lavoratori Almaviva Contact in Sicilia. Stamattina nelle città di Palermo e Catania si è svolto un sit-in organizzato dalle sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Ugl Comunicazioni.

Nella città dell’elefante la protesta è iniziata alle 10 in via Etnea all’angolo con via Prefettura. I manifestanti hanno invocato la ripresa di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico per l’istituzione di un nuovo numero di pubblica utilità per salvare i 180 lavoratori.

Almaviva, uno spiraglio dalla Prefettura

Per i dipendenti Almaviva, infatti, gli ammortizzatori sociali termineranno il prossimo mese di luglio e gli effetti sarebbero devastanti non solo per loro, ma anche per l’intero tessuto economico e sociale della città.

Ma il confronto avuto oggi con i vertici della Prefettura lascia intravedere qualche speranza anche se si aspettano soltanto fatti concreti. La conferma arriva dalla coordinatrice territoriale della Fistel Cisl Catania, Anna Orifici, che ha spiegato come durante la protesta di oggi la Prefettura abbia annunciato di prendersi carico dell’impegno per dare un futuro dignitoso ai lavoratori.

“Servono risposte concrete, no ammortizzatori”

“La Prefettura si è presa l’impegno – ha detto Orifici – di inviare il documento per la riapertura del tavolo tecnico per concretizzare l’istituzione di un nuovo numero di pubblica utilità. Ma vogliamo vedere fatti concreti perché i lavoratori a luglio terminerà la cassa integrazione e per loro le entrate mensili attuali sono già al di sotto del Reddito di Cittadinanza perché il loro stipendio era un part time a 4 ore ed era già basso di suo”.

Attendiamo notizie nell’immediato, anche perché i lavoratori non possono morire di tecnicismi istituzionali. Le risposte concrete non possono essere altri ammortizzatori”, ha concluso la coordinatrice territoriale di Fistel Cisl Catania.

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