Viviana e Gioele, dopo la tragedia, un giallo ancora da risolvere - QdS

Viviana e Gioele, dopo la tragedia, un giallo ancora da risolvere

redazione web

Viviana e Gioele, dopo la tragedia, un giallo ancora da risolvere

giovedì 20 Agosto 2020

Ieri il ritrovamento di quelli che "al 99%" sono i resti del piccolo, ma sono ancora molte le domande alle quali le indagini della magistratura dovranno dare risposta. Per ora c'è il dolore di Daniele Mondello, marito e padre delle vittime, che su Fb parla di "dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche"

“Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a quindici giorni con settanta uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche”.

Lo ha scritto sul proprio profilo Facebook Daniele Mondello, papà di Gioele e marito di Viviana Parisi, la dj scomparsa con il piccolo e trovata morta dieci giorni fa a Caronia (Messina), sottolineando come la sua non voglia essere una polemica, “ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”.

“Nonostante il dramma che mi ha travolto – ha scritto nel post Mondello – trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al Signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato”.

“Viviana e Gioele – ha concluso l’uomo – vi ringraziano ed io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!”.

Dopo il pianto dirotto di Mondello sulla bara in cui sono stati posti i resti umani “compatibili con Gioele” trovati ieri a poca distanza dal luogo in cui, dieci giorni fa, era stato scoperto il corpo di Viviana Parisi, sarà necessario l’esame del Dna per avere la conferma definitiva che quelle ossa straziate dagli animali appartengano al piccolo.

Ma il fatto che attorno ci fossero brandelli della maglietta indossata dal bambino, lasciano poche speranze.

Trovate anche scarpette blu, non mostrate al padre

Tra gli indumenti trovati ieri vicino ai resti di un bambino di circa 4 anni, compatibili con l’età di Gioele, c’erano anche un paio di scarpette blu, il colore che la mamma, la dj Viviana Parisi, aveva scelto per lui.

La notizia, riportata da alcuni quotidiani, è stata confermata da ambienti giudiziari.

Oggi, insieme ad altri indumenti trovati tra i rovi della campagna di Caronia, saranno mostrati per il riconoscimento al padre del bambino e marito della donna, Daniele Mondello.

Sull’uomo sarà eseguito anche un prelievo per permettere un esame comparativo tra il suo Dna e quello dei resti del bambino.

Il Procuratore, non importa chi ha trovato i resti

L’annuncio era stato dato dal procuratore della Repubblica di Patti Angelo Cavallo che aveva incontrato i giornalisti: “Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele”.

“In questo momento – aveva aggiunto il magistrato rispondendo alle domande dei cronisti – non interessa chi lo abbia trovato. L’importante è averlo trovato. Ma appureremo anche questo”.
“Noi abbiamo sempre detto – aveva ribadito – che dovevamo insistere in queste ricerche in questo posto e che più avevamo persone disponibili più probabilità c’erano di trovarlo. Avete sentito le motoseghe utilizzate per disboscare la vegetazione lo stato dei luoghi è difficile. Che lo abbia trovato un volontario o altri non interessa in questo momento”.

Il racconto dell’uomo che ha scoperto i resti

“L’ho trovato dove gli altri non avevano cercato”.

Giuseppe Di Bello, 55 anni, Carabiniere in pensione, è stato l’uomo che ha trovato, facendosi largo con un falcetto tra arbusti e una fitta vegetazione, i resti straziati di Gioele.

“L’ho sentito – ha raccontato -, è stata come un’indicazione del Signore. Così sono andato in un punto dove altri non erano arrivati”.

Di Bello, che vive a Capo d’Orlando con la famiglia, aveva raccolto l’appello del padre di Gioele (“anch’io ho figli”) e ieri alle cinque di mattina, dopo quaranta chilometri di autostrada, è arrivato alla stazione di servizio da 16 giorni punto di coordinamento delle ricerche.

Si è ritrovato con un centinaio almeno di altri volontari come lui mobilitati per dare una mano agli uomini che dal tre agosto perlustravano un’area di quasi cinquecento ettari dove il terreno scosceso e la boscaglia accolgono e nascondono maiali selvatici, cani e altri animali.

Di Bello conosce questi posti dove spesso viene a raccogliere funghi, ma il suo punto di forza è stato il falcetto che, con rara accortezza, s’era portato dietro. Con quello ha cominciato ad aprire spazi tra gli arbusti fino a scoprire i frammenti di piccole ossa umane e pezzi di indumenti da bambino.

Evidentemente gli animali avevano fatto scempio del corpicino di Gioele, a duecento metri circa dall’autostrada dove la mattina del tre agosto il giallo era cominciato quando l’auto di Viviana con il piccolo a bordo aveva avuto un piccolo impatto con il furgone di due operai delle manutenzioni.

Un dramma ancora senza un perché

Quindi la fuga di mamma e figlio e ora la scoperta di un drAmma ancora senza un perché.

La donna, che aveva 43 anni, era da mesi in cura per una depressione e, dicono anche i familiari, a tratti poco lucida.

Viviana ha avuto un incidente in autostrada all’imbocco di una galleria, ha lasciato la macchina ed è fuggita, evidentemente sotto choc, con Gioele in braccio.

I testimoni – alcuni automobilisti di passaggio – hanno raccontato che il bambino stava bene.

E allora ci si chiede cosa possa essere accaduto da quel momento a Viviana e al figlio.

Le molte domande emerse dalle indagini

Le indagini dovranno rispondere a molte domande: dove fosse diretta la dj, che sarebbe dovuta andare a Milazzo e si trovava invece a cento chilometri da casa; perché abbia lasciato la macchina sul ciglio della strada e sia fuggita via, come sia morta e se abbia ucciso lei Gioele.

L’ipotesi che gli inquirenti continuano a privilegiare è quella dell’omicidio-suicidio: Viviana, fragile e depressa, sconvolta dopo l’incidente, sarebbe fuggita via col bambino, lo avrebbe ammazzato, sarebbe salita sul traliccio sotto al quale è stata trovata cadavere e si sarebbe lanciata giù.

Una tesi alla quale i familiari non vogliono credere: “Amava mio figlio, non gli avrebbe mai fatto del male”, ha sempre detto il marito.

Le ipotesi sul giallo

L’altra ipotesi e che Viviana e Gioele siano stati aggrediti e uccisi: gli inquirenti stanno analizzando le celle telefoniche della zona per capire se sul posto ci fossero altre persone.
Infine la pista del branco di animali selvatici che potrebbe averli attaccati.

Risposte importanti arriveranno dagli esami autoptici sui due corpi: quello sul cadavere di Viviana è stato già eseguito, ma restano dubbi sulla data e sull’ora precisa della morte, non secondari per la ricostruzione della vicenda.

I medici legali hanno ipotizzato che il decesso della donna sia stato causato da una caduta da un’altezza elevata.

Ora si dovrà capire cosa abbia ucciso Gioele.

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