Pil: a Sud 18.500 euro a testa, al Nord-Ovest il doppio. Sommerso e criminalità valgono il 13,8% a livello nazionale e il 19 nel Mezzogiorno - QdS

Pil: a Sud 18.500 euro a testa, al Nord-Ovest il doppio. Sommerso e criminalità valgono il 13,8% a livello nazionale e il 19 nel Mezzogiorno

Pil: a Sud 18.500 euro a testa, al Nord-Ovest il doppio. Sommerso e criminalità valgono il 13,8% a livello nazionale e il 19 nel Mezzogiorno

venerdì 14 Dicembre 2018
Il terremoto frena la crescita del Centro Italia mentre il Sud perde la spinta degli scorsi anni.
Così il Paese si trova ancora più spaccato a metà e il ritardo del Mezzogiorno si aggrava.
 
Il prodotto interno lordo per abitante è di 18.500 euro al Sud, nel 2017, quasi la metà di quello del Nord-Ovest e il 45% in meno di quello del resto del Paese, secondo i dati provvisori dell’Istat.
Il divario era del 44,1% nel 2016. Questo arretramento è dovuto ai diversi tassi di crescita.
 
Nel Nord Ovest l’aumento del prodotto interno lordo raggiunge, infatti, il 2,2% nel 2017, lo stesso tasso di Paesi come la Francia o la Germania, e anche nel Nord Est è dell’1,9%. Ma al Mezzogiorno la crescita è dimezzata (+1%) e al Centro si ferma allo 0,9%, molto al di sotto della media nazionale dell’1,6%. La conseguenza è che la distanza tra le regioni del Sud e il resto del paese si allarga.
 
E’ ampia in termini di reddito disponibile per abitante (-35,3%), spesa per consumi (-32,4%) e occupazione. Il mercato del lavoro, infatti, mostra una ripresa nel 2017 ma con ritmi diversi nelle diverse aree.
 
Il Nord-est e il Nord-ovest vedono una crescita degli occupati dell’1,4%, nel 2017, il Centro dell’1,3% e il Sud solo dello 0,6%. Questo va ad aggravare una situazione in cui, negli ultimi 20 anni, un milione e 700 mila persone sono emigrate verso il Centro-Nord in cerca di opportunità. Allargando l’analisi ai sei anni tra il 2011 e il 2017, c’è una vera voragine tra regioni come il Lazio (dove gli occupati sono aumentati dello 0,8%) e la Provincia autonoma di Bolzano(+0,7%) e altre come la Sicilia, il Molise e l’Umbria, dove sono diminuiti dello 0,6% l’anno rispetto al 2011.
 
L’Umbria ha scontato, inoltre, nell’ultimo anno, l’impatto anche economico del sisma che ha portato a una crescita zero del Pil nel 2017. E ancora più amaro è stato il bilancio per le Marche, l’altra regione al centro delle scosse, dove c’è stato un calo dello 0,2%. In termini di ricchezza, la graduatoria regionale vede in testa Bolzano, con un Pil per abitante di 42.300 euro, seguita dalla Lombardia e dalla Provincia Autonoma di Trento.
 
Il Lazio, con 32.900 euro, è la regione più ricca del Centro, anche se registra un calo di circa mille euro rispetto al 2011. E nel Mezzogiorno la prima regione per Pil pro capite è l’Abruzzo con 24.400 euro, mentre l’ultimo posto della graduatoria è occupato dalla Calabria, con 17.100 euro.
 
La Calabria, oltre a essere la più povera, è anche la Regione dove l’economia sommersa e illegale ha il peso maggiore. Gli ultimi dati Istat sull’economia non osservata, relativi al 2016, mostrano che qui nero e criminalità pesano per oltre un quinto del valore aggiunto regionale (il 20,9%, per l’esattezza), più del doppio che a Bolzano (10,4%).
 
La media nazionale è del 13,8%, ma nel Mezzogiorno sale fino al 19%.

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