Bonus pubblicità, rifinanziamento per il 2019 urgente per salvare l’Editoria - QdS

Bonus pubblicità, rifinanziamento per il 2019 urgente per salvare l’Editoria

Maria Papotto

Bonus pubblicità, rifinanziamento per il 2019 urgente per salvare l’Editoria

giovedì 25 Aprile 2019

La Fieg chiede alGoverno di riconfermare questamisura di sostegno per un settore in profonda crisi. Agevolazioni fiscali per chi realizza investimenti in campagne pubblicitarie

ROMA – Il decreto attuativo sul bonus pubblicità, n. 90 del 16 maggio 2018 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2018, definisce i soggetti beneficiari, gli investimenti ammessi al credito d’imposta del 75%, elevabile al 90%, le modalità di richiesta e il credito d’imposta spettante.

I soggetti ammessi al bonus pubblicità: sono imprese o lavoratori autonomi, indipendentemente dalla natura giuridica, dimensioni aziendali o regime contabile adottato, ed enti non commerciali.

Gli investimenti ammessi al credito d’imposta: Il credito d’imposta può essere richiesto per gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio di ogni anno in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, sia cartacea che online, in TV o radio locali, analogiche o digitale, a condizione che siano effettuati su emittenti radio e TV iscritte al Registro degli operatori di comunicazione e su giornali iscritti presso il Tribunale e iscritti al ROC dotati di direttore responsabile. Mentre, sono escluse dal credito d’imposta pubblicità le spese sostenute per pubblicizzare o promuovere televendite di beni e servizi di qualsiasi tipologia, nonché quelle per la trasmissione o per l’acquisto di spot radio e televisivi di inserzioni o spazi promozionali relativi a servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovraprezzo.

Come fare domanda per richiedere il credito d’imposta: I soggetti interessati dovranno presentare un’apposita comunicazione telematica secondo le modalità definite dal Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria, dal 1° ed entro il 31 marzo di ciascun anno.
La domanda per il bonus pubblicità dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante dell’impresa, dell’ente non commerciale o dal lavoratore autonomo, e dovrà contenere:
• gli elementi identificativi dell’impresa, dell’ente non commerciale o del lavoratore autonomo;
• il costo complessivo degli investimenti pubblicitari effettuati o da effettuare;
• la misura percentuale e l’ammontare complessivo dell’incremento dell’investimento pubblicitario realizzato o da realizzare, con il raffronto con l’anno precedente;
• l’ammontare del credito di imposta richiesto distinto per ciascuno dei fondi.
Per poter beneficiare dell’agevolazione è necessario che l’investimento abbia carattere incrementale, ovvero che sia superiore almeno dell’1% ad analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente.

Per determinare l’incremento dell’investimento occorre raffrontarlo con il totale degli investimenti effettuati, rispetto all’anno precedente.

In che misura? L’importo del credito d’imposta riconosciuto è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevabile al 90% per le micro, piccole e medie imprese, nonché per le startup innovative.
Ad esempio, un’impresa ha sostenuto nel corso del 2018 spese per campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana per euro 1.000 euro, per poter ottenere il credito d’imposta la stessa potrebbe programmare di sostenere nel corso dell’anno 2019 spese della stessa natura per euro 1.500. In questo modo, l’impresa, oltre a godere del beneficio insito della campagna pubblicitaria stessa, avrebbe anche un ritorno economico sotto forma di credito d’imposta pari al 75% calcolato sulla spesa incrementale, in questo caso su 500 euro.

Proprio nei giorni scorsi la Fieg (Federazione italian editori giornali) ha invitato il Governo e il Parlamento a provvedere, nelle more del completamento del percorso degli Stati generali sull’Editoria, al rifinanziamento per il 2019 del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali.

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