Coronavirus, gli psicologi siciliani sulla Fase 2 - QdS

Coronavirus, gli psicologi siciliani sulla Fase 2

redazione web

Coronavirus, gli psicologi siciliani sulla Fase 2

lunedì 20 Aprile 2020

"Non sarà semplice" afferma il consigliere dell'Ordine Lo Piccolo. "A tutti serve tempo: i processi di elaborazione degli accadimenti non sono immediati". Verso una "cauta ripresa di contatto con le dimensioni sociali"

“I processi di elaborazione degli accadimenti non sono immediati, hanno bisogno di tempo e hanno bisogno di una distanza. Siamo ancora troppo immersi dentro le condizioni determinate dalla quarantena per poter pensare di avere avviato un qualche processo elaborativo”.

E’ quanto sostiene Calogero Lo Piccolo, consigliere dell’ordine degli Psicologi di Sicilia e psicoterapeuta, a proposito della cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Covid-19 che sembra sia più vicina.

“Per di più – prosegue Lo Piccolo -, tutto è accaduto in termini talmente repentini che probabilmente stiamo ancora faticosamente tentando di adattarci alle drastiche trasformazioni che il quotidiano di ciascuno ha subito. Però è già tempo di cominciare a prepararsi, fortunatamente, a una nuova fase, a una cauta ripresa di contatto con le dimensioni sociali, a una lenta fuoriuscita dalla condizione deprivata che ha caratterizzato questi mesi”.

“E’ facile presumere – sottolinea – che non sarà semplice. A parte la fatica fisiologica di un nuovo processo di adattamento dovremo fare i conti con una molteplicità di emozioni contrastanti, presumibilmente. Da una parte il sollievo, dall’altra l’ansia e la preoccupazione. Niente ci potrà dire a breve che il pericolo contagio sia scampato, ed anche le modalità imposte sul distanziamento sociale, che proseguiranno, saranno lì a ricordarlo”.

Secondo il consigliere dell’ordine degli psicologi siciliani “nello stesso tempo, il lento riprendere una parvenza di normalità avrà un effetto benefico. La condizione di deprivazione vissuta lascia delle scorie. E sarà utile darsi un tempo per smaltirle, senza avere troppe aspettative e troppa urgenza. In soccorso potrà venire la capacità di ricominciare ad apprezzare le piccole cose riconquistate, che prima davamo per scontate”.

“Fare una passeggiata al sole – conclude Lo Piccolo -, riappropriarsi delle sensazioni corporee in un senso più pieno. Come quando si comincia a venir fuori da una fase convalescente, in un misto di fragilità, timore e speranza”.

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