Ponte Morandi, 12 mesi Ponte Stretto, 50 anni - QdS

Ponte Morandi, 12 mesi Ponte Stretto, 50 anni

Carlo Alberto Tregua

Ponte Morandi, 12 mesi Ponte Stretto, 50 anni

giovedì 29 Agosto 2019

Il 14 agosto, Istituzioni e stampa hanno commemorato il tragico evento di un anno prima, quando cadde il ponte Morandi di Genova, con la perdita di quarantatré persone. In quella occasione è stato comunicato il percorso che porterà alla costruzione e all’apertura al traffico del nuovo ponte.
Il progetto – realizzato da Renzo Piano, noto architetto e anche senatore della Repubblica – ha una linea snella a forma di chiglia di nave, sopra lo stesso saranno piazzati quarantatré lampioni a memoria degli scomparsi. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento ha confermato che forse già ad aprile del prossimo anno si potrà inaugurare il nuovo ponte.
Sulle probabili cause del crollo abbiamo ampiamente scritto in un precedente articolo. Qui intendiamo evidenziare come la forza e la pressione di una regione (la Liguria), di una città (Genova) e di una popolazione (quella ligure), abbiano ottenuto un risultato straordinario in rapporto a come vanno le cose in Italia.

Forse l’ex ponte Morandi vedrà la luce, come ponte Piano, in meno di dodici mesi, mentre si discute a vuoto del Ponte sullo Stretto da cinquant’anni. Infatti era il 1971 quando la classe politica di quell’epoca cominciò a portare all’opinione pubblica il proposito di realizzare quel Ponte.
Fu anche costituita un’apposita società, ma non per costruirlo, bensì per distribuire poltrone nel Consiglio di amministrazione, nella burocrazia interna e giustificare spese di ogni tipo fra Messina e Roma, ove aveva sede la società.
Nei decenni trascorsi, sia Berlusconi che Rutelli si erano impegnati a costruirlo, giungendo perfino a stabilire la data dell’inaugurazione. Anche sull’altro versante politico le promesse in questo senso non sono mancate.
Insomma tutti volevano il Ponte, ma nessuno ha messo mano al progetto come invece è stato fatto diligentemente con quello di Genova, anche perché lì si è impegnato in prima persona il sindaco, Marco Bucci, nominato anche commissario straordinario dell’opera.
È la solita storia: nel Nord si fanno le opere, nel Sud si fanno le chiacchiere.
Diamo un’occhiata ai dati del Ponte sullo Stretto, sul quale sono state comunicate menzogne di ogni tipo.
L’opera potrebbe essere costruita con il project financing. Il general contractor, l’impresa Salini, ha firmato a suo tempo il contratto per il quale non abbiamo notizie recenti in ordine al suo annullamento e alla relativa causa di risarcimento.
La spesa originaria prevista era di circa sei miliardi, poi lievitati a otto. Di essa, l’intervento dello Stato previsto era fra i due ed i tre miliardi. La restante maggioritaria cifra sarebbe stata recuperata dalla società mediante i pedaggi.
Questi ultimi erano fissati nella misura di circa 15-18 euro contro i circa 36 che oggi pagano le auto per attraversare lo Stretto.
Addirittura sono state iniziate le prime opere relative al pilastro di 400 metri x 400 sulle rive della Calabria. Le operazioni sono state bloccate perché il Sud deve restare povero e debole.

Nel corso di questo mezzo secolo, nel Nord sono state realizzate opere e strutture di ogni tipo, il cui elenco è noto all’opinione pubblica. Ne citiamo solo una: il Mose di Venezia, per il quale sono stati spesi circa sei miliardi, ma non è stato previsto un piano di manutenzione, con la conseguenza che le paratoie si sono arrugginite ed in parte non funzionano più.
Si comprendono benissimo le resistenze poste in atto da chi ha interesse che il Ponte non si costruisca, ma l’interesse generale dovrebbe sempre prevalere su quello di parte.
Sull’impatto ambientale sono stati eseguiti centinaia di studi, tutti con esito positivo.
Sulla stabilità del Ponte fra le due coste vi è stato parere quasi unanime degli studiosi: si può realizzare in sicurezza.
Gli addetti alla sua costruzione, in circa otto anni sarebbero 8-10 mila, oltre il personale necessario per la gestione e la manutenzione.
Di fronte a questo quadro in cui tutti gli elementi porterebbero all’avvio dei lavori, tutti i governi l’hanno accantonato.
È la solita croce del Sud.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017