La Consulta apre sul suicidio assistito.
L’aiuto a morire è lecito nei casi come quello del Dj Fabo, dicono i giudici, ritenendo non punibile , a determinate condizioni, “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere
decisioni libere e consapevoli”.
E’ “indispensabile’ comunque l’intervento del legislatore.
“Da oggi in Italia siamo tutti più liberi”, ha commentato Marco Cappato.
La Cei chiede di garantire l’obbligo di coscienza.