Quattro milioni di italiani non si curano per povertà - QdS

Quattro milioni di italiani non si curano per povertà

redazione

Quattro milioni di italiani non si curano per povertà

giovedì 21 Novembre 2019

Lo ha detto il ministro della Salute Speranza, affermando che "occorre rivedere il sistema dei ticket sulla base del principio di bilanciamento". La situazione più grave nel povero Sud. Ssn da difendere "Con il coltello tra i denti"

“Bisogna riportare dentro il Servizio sanitario nazionale i troppi italiani che non si curano come dovrebbero per motivi economici e questo è un fenomeno consistente: alcuni studi stimano che si tratti di quattro milioni di persone”.

Lo ha detto il ministro delle Salute Roberto Speranza nel corso di un Forum con l’Agenzia Ansa.

La questione dei ticket va quindi rivista sulla base di un “principio di bilanciamento di spesa volto a favorire chi ancora resta fuori dal Ssn”.

“La tassa più brutta che c’era – ha sottolineato Speranza – era il superticket e l’abbiamo abolita. Oltre a questo resta la quota del ticket che tutti pagano indipendentemente dal reddito: ho annunciato un collegato nella manovra per un bilanciamento del ticket”.

Dei quattro milioni di italiani che non si curano per povertà, così come emerso da precedenti statistiche, la maggioranza è in quel Sud depredato da talune forze politiche e in particolare quel centrodestra che consentì di varare quel federalismo fiscale leghista che ha dato “Zero al Sud”.

Il ministro Speranza ha quindi chiarito la sua idea con un esempio concreto: “Io sono deputato e prendo un’indennità molto più alta di un operaio ex Ilva; chi guadagna molto di più deve cioè pagare un po’ di più rispetto a chi guadagna molto di meno”.
Dunque, “l’idea è proprio un bilanciamento nella spesa per il ticket”.

Oggi, infatti, per una ecografia mammografica, ha sottolineato, “si pagano 36 euro sia se sei miliardario sia se sei un operaio ex Ilva; questo principio può però essere superato con un bilanciamento di spesa volto a favorire chi ancora resta fuori dal Ssn, stando però attenti a non spingere fuori dal sistema i redditi più alti; Il servizio sanitario deve cioè comprendere tutti”.

Riferendosi quindi al principio di universalismo del Ssn in Italia, Speranza ha rimarcato come il nostro sistema sanitario sia pensato proprio per garantire le cure a tutti i cittadini sulla base dei principi costituzionali: “Voglio difendere con il coltello tra i denti – ha detto – il sistema sanitario nazionale, che troppe volte si dà per scontato: in Italia se stai male vieni curato, ci sono posti dove se non hai soldi e non tiri fuori la carta di credito non ti curi”.

E proprio per la Sanità, ha concluso, “la manovra ha dato un primo segnale importante: due miliardi in più sul Fondo sanitario non si vedevano da molti anni e ci sono anche due miliardi in più per l’edilizia sanitaria”.

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