Stato di salute, in Sicilia disuguaglianze più marcate - QdS

Stato di salute, in Sicilia disuguaglianze più marcate

Serena Giovanna Grasso

Stato di salute, in Sicilia disuguaglianze più marcate

martedì 23 Luglio 2019

Cittadinanzattiva: nella nostra regione solo un abitante su tre con patologia cronica reputa di stare bene (41,5% in Italia). Nell’Isola incidenza più alta di persone ipertese (20,7%, contro il 17,8% italiano) e con diabete (in ordine 7,2% e 5,7%)

PALERMO – I siciliani non godono di buona salute. Questo è quanto emerge dalla lettura del diciassettesimo rapporto nazionale sulle politiche della cronicità “Regione che vai, cura che trovi (forse)” di Cittadinanzattiva. Infatti, proprio nella nostra regione nel 2017 è stata rilevata una percentuale più contenuta di cittadini che si reputano in buona salute (67,6%, rispetto ad una media nazionale pari al 69,6%). Siamo ben lontani dal Trentino Alto Adige (80,9%, con il picco di Bolzano pari all’85,4%) o dalla Lombardia (70,9%).

In generale, in tutte le realtà meridionali si osserva una minore percentuale di cittadini che si sentono in buono stato di salute: in particolare, l’incidenza più contenuta si rileva in Calabria (62,5%). Nella nostra regione, la percentuale di persone con una malattia cronica è pari al 38,8% (leggermente inferiore alla media nazionale del 39,9%); di questi il 22,6% ha almeno due malattie croniche (stavolta il tasso risulta superiore alla media italiana del 20,9%). La Liguria è la regione con la percentuale più elevata di persone che presentano patologie croniche (45,1%), mentre l’incidenza più contenuta si osserva in Trentino Alto Adige (31,7%).

Nella nostra regione, però, si registra uno dei tassi più contenuti di persone con malattie croniche che si reputano in buona salute (appena una persona su tre, ovvero il 33,2%), circa dieci punti percentuali meno rispetto alla media nazionale (41,5%). Peggio solo in Basilicata (33,1%) e Calabria (29,4%). Dall’altra parte della classifica troviamo la Valle d’Aosta, regione in cui risulta soddisfatto un abitante su due (49,9%) e il Trentino Alto Adige con un’incidenza ancora superiore (56,7%).

In Sicilia è più alta la percentuale di persone ipertese e con diagnosi diabetologica (rispettivamente 20,7% e 7,2%, contro una media nazionale in ordine pari al 17,8% e 5,7%). In entrambi i casi, la Calabria detiene la maglia nera, rispettivamente con il 20,9% e 8,2%. Mentre risulta in linea con la media nazionale, la percentuale di cittadini che presentano artrosi e artrite (16,3%, contro una media italiana del 16,1%) e bronchite cronica e asma bronchiale (16,3% e 16,1%). In Sicilia è inferiore l’incidenza di malattie allergiche (9,4%, contro una medi nazionale pari al 10,7%).

Ancora una volta, la nostra regione segue a grande distanza l’Italia. Notevoli disuguaglianze continuano a caratterizzarci, talvolta accentuate dalle cattive abitudini tutte nostrane che incidono fortemente sul manifestarsi di patologie quali diabete e ipertensione. D’altra parte, però, la Sicilia sconta le inefficienze di un sistema che fa percepire agli abitanti uno stato di salute peggiore rispetto a quello italiano.

“In questo quadro, è evidente che vada affrontato con urgenza il tema delle disuguaglianze, soprattutto alla luce del recente dibattito sul regionalismo differenziato – ha dichiarato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – per questo, abbiamo avanzato una proposta di riforma costituzionale che incida sull’articolo 117, introducendo come elemento di garanzia per la tutela della salute il riferimento esplicito al diritto del singolo individuo e il richiamo al principio di sussidiarietà per consentire ai livelli istituzionali più alti di intervenire qualora quelli più prossimi ai cittadini non garantiscano i servizi”.

Allo stesso tempo, ha affermato Gaudioso “crediamo che per colmare le differenze territoriali così evidenti sia necessario dare piena attuazione al Piano nazionale cronicità, anche attraverso l’emanazione da parte delle Regioni delle delibere applicative”.

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