Per la XVI legislatura si prevede breve durata - QdS

Per la XVI legislatura si prevede breve durata

Raffaella Pessina

Per la XVI legislatura si prevede breve durata

giovedì 06 Settembre 2012

Ieri l’Assemblea regionale siciliana ha chiuso definitivamente i battenti. L’eccessiva frammentazione partitica causa di ingovernabilità

PALERMO – Si è conclusa ufficialmente ieri mattina la quindicesima legislatura dell’Assemblea regionale siciliana, conclusione avvenuta otto mesi prima del previsto a causa delle dimissioni, ufficializzate a fine luglio, del governatore Raffaele Lombardo. Il voto è stato già fissato, lo ricordiamo per 28 e 29 ottobre. Ieri mattina pochi erano i presenti. Tutta la discussione si è incentrata sulla vertenza dei precari degli enti locali, che peraltro si trovavano sotto le finestre di Palazzo dei Normanni. Per tale situazione sono intervenuti molti dei parlamentari presenti tra i quali Michele Donegani (Pd) che ha evidenziato che il 31 dicembre scade la proroga per i lavoratori ASU (circa 28 mila unità).
“Il Governo – ha detto Donegani – avrebbe dovuto inserire dai 7 ai 13 milioni di euro per consentire la proroga ai suddetti lavoratori, che svolgono attività fondamentali nei vari Enti: dalle ASI, ai Comuni, alle Province”. Nell’ultima seduta seduta inoltre è stato comunicato che Francesco Musotto ha deciso di cambiare ancora partito e questa volta dall’Udc è passato al Gruppo Misto. Formalizzate anche le dimissioni di Giulia Adamo (Udc) per incompatibilità con la sua carica di Sindaco di Marsala e la comunicazione di nuova denominazione del Gruppo ‘Movimento popolare siciliano’ che dall’1 settembre 2012 ha assunto la nuova denominazione di ‘Movimento popolare siciliano – Nuovo Polo per la Sicilia’.
Se ieri abbiamo parlato di un riequilibrio delle forze presenti all’interno dei partiti per ora rappresentati in Assemblea regionale, è anche vero che tali equilibri verranno stravolti per due motivi: uno sicuro è quello che nuove realtà politiche come Italia dei Valori e Sel toglieranno posti e scranni ad altri partiti, creando una ulteriore frammentazione della mappa dei partiti in Sicilia e il secondo è quello che le migrazioni da un partito all’altro potrebbero anche essere delle decisioni temporanee, e che dopo una eventuale rielezione di questo o quel deputato si vengano a ricompattare nuovamente i gruppi con le formazioni della precedente legislatura. Si tratta chiaramente di mere supposizioni anche perchè il panorama elettorale si presenta ai cittadini estremamente confuso con nomi che prima venivano accoppiati a questo o quel partito ed adesso fanno parte di compagini letteralmente opposte.
Di sicuro uno dei fenomeni che i politici che si propongono per la elezione all’Ars dovranno combattere sarà l’astensionismo, dovuto ad una caduta di credibilità che la politica si è trascinata insieme con la crisi economico sociale e la disoccupazione incalzante. Intanto il candidato presidente Nello Musumeci (Pdl) è intervenuto agli stati generali del Pid ribadendo proprio che “si deve recuperare la fiducia dei cittadini, cominciando da una riforma della burocrazia regionale che, razionalizzando l’impiego dei quadri dell’amministrazione, garantisca efficienza dei servizi senza ricorrere a personale esterno, consulenti, consiglieri”.
 
Musumeci ha ribadito che si deve tagliare la spesa improduttiva, liberando risorse per investimenti produttivi perché il sostegno alla piccola e media impresa è una delle chiavi per far ripartire l’economia. Mentre un altro dei candidati, Gianfranco Miccichè (Grande Sud) punta alla applicazione reale dello statuto siciliano. “Lo Statuto siciliano – ha detto Miccichè – contiene norme di libertà dalle ingerenze dello Stato centrale mai rese effettive. Bisogna avere il coraggio e la forza di intervenire per ristabilire il giusto ruolo della nostra terra nell’intero contesto nazionale. Il nostro progetto autonomista – ha aggiunto Miccichè – – vuole portare la Sicilia a ritrovare la propria libertà di autodeterminare le scelte che interessano e riguardano tutti i siciliani”.

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