La crisi economica incide negativamente sui flussi migratori - QdS

La crisi economica incide negativamente sui flussi migratori

Patrizia Penna

La crisi economica incide negativamente sui flussi migratori

venerdì 01 Marzo 2013

Il valore aggiunto prodotto dalle loro imprese nella nostra Isola supera di poco i 2 miliardi di euro. Gli stranieri che fuggono dalla Sicilia prezioso potenziale che va perduto

ROMA – “Abbiamo apprezzato gli sforzi e la collaborazione positiva delle autorità italiane per quanto riguarda l’accoglienza dei cittadini tunisini che sono arrivati in Italia dopo il 14 gennaio fino alla fine della primavera 2011. Hanno avuto un visto provvisorio di sei mesi che è stato rinnovato due volte e abbiamo apprezzato molto questo gesto amichevole dell’Italia”. Nel giorno in cui scade la proroga per l’emergenza Nord Africa, a parlare così è l’ambasciatore della Tunisia in Italia, Naceur Mestiri.
I profughi rimasti in Italia dovranno quindi lasciare le strutture che li hanno accolti finora. Si tratta di circa 13mila persone. Per ognuna di loro ci sarà una ‘buonuscita’ di 500 euro, come stabilito dal ministero dell’Interno.
L’intervento umanitario del Governo ha riguardato i 28.123 stranieri giunti nel 2011 dalla Tunisia a seguito della crisi politica di quel Paese, i 28.431 provenienti dalla Libia conseguentemente agli eventi bellici, nonché altri 6.000 stranieri provenienti dal Mediterraneo orientale. Per questi immigrati è stata attivata un’accoglienza diffusa su tutto il territorio nazionale che da oggi cesserà.
Gli immigrati che vanno via dall’Italia, rappresentano in verità l’ennesina occasione mancata del nostro Paese, un potenziale economico che in tempi di vacche magre come quelli che stiamo vivendo potrebbe rappresentare la marcia in più per il rilancio di tutto il sistema produttivo nazionale.
Secondo i dati della Fondazione Leone Moressa, in Italia le 454mila imprese condotte da stranieri contribuiscono alla creazione del 5,5% del valore aggiunto nazionale. A livello territoriale si possono identificare delle regioni che più di altre mostrano un “contributo straniero” alla ricchezza prodotta più elevato: si tratta della Toscana con il 7,7% del valore aggiunto prodotto da imprese a conduzione straniera, seguita da Emilia Romagna (6,7%) e Friuli Venezia Giulia (6,4%).
La solita spaccatura Nord-Sud a cui siamo abituati quando si parla di reddito, occupazione e ricchezza più in generale, riguarda anche l’incidenza del lavoro straniero.
Rispetto al Nord, l’apporto economico delle attività imprenditoriali condotte dagli stranieri al Sud è più ridotto (circa il 2,5%).
La nostra regione, infatti, non riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta di “terra di passaggio”. Terra di passaggio e non “di appartenenza”, in virtù della sua bassa attrattività, la Sicilia agli occhi degli stranieri continua ad avere scarso appeal, tant’è che solo il 13% degli immigrati che vi mettono piede decide di rimanervi. I numeri in tal senso parlano chiaro: il valore aggiunto prodotto in Sicilia dalle imprese condotte da straniero equivale a poco più di due miliardi contro gli oltre 7 miliardi della Toscana ed i 18 della Lombardia. Se anche i clandestini adesso ci snobbano e vanno via, siamo proprio alla frutta.
 

 
L’ambasciatore tunisino in Italia: “Diminuiti persino i clandestini”
BOLOGNA – “I migranti clandestini sono pochissimi adesso. Nel 2011 abbiamo raggiunto i 22 mila tunisini arrivati in Italia, oggi siamo a qualche centinaio. Nel 2012 abbiamo raggiunto circa i 2.200 e nel 2013 pochissimi sono arrivati in Italia. Perché purtroppo anche le prospettive di lavoro in Italia, con il contesto economico che conosciamo tutti, sono un po’ difficili”. A dirlo da Bologna è l’ambasciatore tunisino in Italia, Naceur Mestiri, a margine della presentazione del nuovo collegamento aereo tra l’aeroporto ‘Marconi’ e Tunisi. L’ambasciatore ha spiegato che il flusso degli irregolari oggi è gestito in maniera “molto positiva”. E anche visto il contesto economico, “anche noi facciamo una divulgazione in Tunisia tramite i media televisivi che non devono andare in Italia in maniera clandestina. Meglio scegliere strade legali. Non vogliamo che i nostri concittadini tunisini vengano in Europa e finiscano a compiere i reati dei clandestini, di droga o di altro, e quindi la nostra collaborazione è ottima e siamo molto soddisfatti della collaborazione con i nostri amici italiani”.

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