“Più incendi, ma meno estesi quasi sempre è colpa dell’uomo” - QdS

“Più incendi, ma meno estesi quasi sempre è colpa dell’uomo”

Giuseppe Bellia

“Più incendi, ma meno estesi quasi sempre è colpa dell’uomo”

giovedì 03 Settembre 2009

Intervista al comandante del Corpo forestale regionale sul bilancio dell’attività estiva. Tolomeo: “Rispetto allo scorso anno superfici boscate meno coinvolte”

PALERMO – Stagione antincendio 2009 in Sicilia, Pietro Tolomeo comandante del Corpo forestale regionale traccia un primo bilancio dell’attività di prevenzione e repressione del fuoco in Sicilia nelle aree protette.  Quella in corso è un’annata caratterizzata da numerosi episodi, molti di essi di breve estensione che hanno interessato soprattutto la provincia di Palermo e di Messina. Anche nel siracusano si è verificato un incendio a Cavagrande (riserva naturale) che ha interessato diversi ettari.
Il Corpo forestale regionale e la Protezione civile sono impegnati nell’attività antincendio. Come si proceduto a coordinarli a fronte delle specifiche competenze che rivestono?
“Nelle aree protette, nelle riserve, nelle Zps, nei boschi, nei parchi abbiamo noi del Corpo forestale regionale abbiamo competenza esclusiva. Nella fase d’intervento si procede con il coordinamento della sala operativa. Nelle zone d’interfaccia, fra aree boscate e urbane, s’interviene in contemporaneo con i vigili del fuoco e con alcuni uomini della protezione civile, di questi, quelli abilitati allo spegnimento degli incendi sono pochi”.
Tracciando un bilancio delle superfici percorse da incendi, a una prima analisi, nel 2009 c’è stata una diminuzione delle aree incenerite o un incremento rispetto all’anno precedente?
“L’unico incendio di grossa portata è stato quello del demanio forestale di Casaboli, nel palermitano, in cui sono stati bruciati cinquanta ettari. Inoltre sono stati registrati incendi di poca estensione. Particolari, poi, gli incendi che si sono verificati in località S. Martino, poiché con molta probabilità di natura colposa e si sono ripetuti più volte. S. Martino rappresenta un caso unico, poiché è una cittadina molto abitata nel periodo estivo. In Sicilia registriamo molti incendi colposi, ma ancora non abbiamo una casistica certa. Nello specifico, quest’estate ci sono stati almeno due persone anziane morte che hanno appiccato il fuoco a delle sterpaglie e successivamente non stati capaci di domare le fiamme. Abbiamo avviato un’attività specifica di controllo con gli elicotteri per capirne il fenomeno”.
Catasto delle aree bruciate. A che punto è la raccolta dei dati delle superfici bruciate per l’anno in corso?
“Noi abbiamo i nostri dati, con le superfici percorse dalle fiamme, i luoghi d’origine delle aree protette. I Comuni hanno i loro, che alla fine dell’anno dovranno consegnarci”.
Quali conclusioni si possono trarre di questa stagione antincendio?
 “Gli incendi sono superiori all’anno scorso, ma non le superfici boscate bruciate che sono in diminuzione. La maggior parte dei fuochi si è consumata in terreni abbandonati e non ha recato danni permanenti alle aree protette”.
Fin qui Tolomeo. Paradossalmente, il presunto aumento d’incendi d’origine colposa è anch’esso preoccupante, poiché rivela un abbassamento del livello della soglia d’attenzione e d’interesse rispetto al problema incendi. Negligenza ed imperizia posso determinare danni a cose e persone non meno gravi, di quelli fatti deliberatamente da parte dell’uomo.

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