11 enti e 2.192 dipendenti per irrigare poco più della metà dei campi coltivati in Sicilia. Da 5 anni si attende la riforma. Numerose rotture nella rete di distribuzione: il 42,1% dei terreni senz’acqua
Condotte colabrodo, acqua che non arriva in quasi la metà dei fondi agricoli da irrigare. E oltre 2.000 persone sul groppone, tra amministrativi, tecnici e operai, da pagare. Benvenuti ai
Consorzi di Bonifica siciliani: 11 strutture che oramai da tempo galleggiano nella più totale crisi, tra carenza di fondi da gestire, tantissimo personale nel libro paga e servizi offerti in grave difficoltà. In totale costano 60 milioni di euro, tra dipendenti e costi di gestione delle strutture (luce, acqua, affitti dei locali). Il ministero delle Infrastrutture, nell’ambito del censimento dal titolo “Il sistema idrico in Sicilia”, ha stimato che ben il 42,1 per cento dei terreni coltivati non possono essere irrigati a causa delle rotture delle reti di distribuzione. Tutto confermato dall’ufficio di gestione dei Consorzi di Bonifica in Sicilia, attualmente sotto gestione commissariale da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura. (
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