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Messina – Ville realizzate in un’area a verde, ora scattano i sequestri giudiziari

Francesco Torre

Messina – Ville realizzate in un’area a verde, ora scattano i sequestri giudiziari

giovedì 17 Ottobre 2013

Le costruzioni sono sorte negli anni ‘80 e ‘90, dove in principio c’erano solo agrumeti e allevamenti. Presunte irregolarità edilizie: nel mirino la zona residenziale di Tremonti

Messina – Su queste pagine ci siamo occupati spesso di casi singoli ma eclatanti, come le case e i depositi al di sotto dei viadotti della Panoramica, ma è noto a tutti come la costruzione e l’esistenza di edifici abusivi sia un problema che interessa ogni porzione della città attraversandone tutti gli strati sociali: abusiva infatti può essere una baracca, ma allo stesso modo (o forse ancora più grave) lo è una sopraelevazione, soprattutto in un edificio storico o di pregio.
La lotta tra le forze dell’ordine e tale prassi consolidata negli anni è sempre stata impari: l’alibi predominante è la carenza degli uomini, ma in passato ci siamo confrontati con brutture sorte a pochi metri dalle caserme, davanti allo sguardo complice di un’intera comunità, e allora si comincia a pensare che non sia solo il tempo e la manodopera a mancare, ma anche la volontà, e giù a riempire questo pensiero con sospetti intollerabili per chiunque abbia un minimo rispetto delle istituzioni.
Stavolta, però, pur se a distanza di anni, magistratura e forze dell’ordine hanno agito, e l’hanno fatto in un’ampia zona del territorio cittadino: l’area residenziale di Tremonti, sorta principalmente negli ’80 e ’90 laddove in principio erano tutti agrumeti e allevamenti.
Qui, e segnatamente a fondo Cardia, su richiesta del sostituto della Dda Camillo Falvo, il gip Maria Vermiglio ha sottoposto a sequestro preventivo un gruppo di ville realizzate – pensate bene – su zona “E1”, sigla che nel Piano Regolatore Generale significa area a verde agricolo. All’indagine il pubblico ministero ci lavorava da mesi insieme alla Sezione di Pg dei vigili urbani, ma solo adesso si è dato seguito all’avvio del procedimento penale.
Per aver violato gli articoli 30 e 44 del Dpr 380/2001, ovvero per aver concorso a realizzare, nelle rispettive qualità, il frazionamento e la vendita del terreno, nonché la progettazione, sono indagate nell’inchiesta venti persone tra proprietari dei terreni e dei fabbricati, progettisti e direttori dei lavori.
La maxi lottizzazione edilizia abusiva si estende su una superficie di circa 10 ettari e i lotti superavano di gran lunga i parametri di densità edilizia massima nonché l’altezza consentita dai regolamenti comunali. Perché, allora, si è aspettato solo ora per procedere con le verifiche giudiziarie? Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno, ma la realtà è che per una lottizzazione che è stata denunciata altre centinaia continuano a passarla liscia.

20 indagati ma l’identità resta nascosta

Messina – 20 persone indagate, dicevamo nell’articolo sulla scorta delle informazioni provenienti dalla Procura. Ma i nomi? Non sono stati rivelati. Evidentemente si tratta di professionisti, gente a suo modo influente o solo con le conoscenze giuste, cui certamente non avrebbe fatto comodo avere pubblicità negativa sui media. Lo stesso succede in genere con i medici quando implicati in fatti giudiziari: e i media locali non chiedono, non denunciano l’incredibile ingiustizia di dover mettere sui titoli e pubblicare foto di ogni ladro di galline che viene pescato sul fatto, ma di non poter neanche avere una sigla o un nome di chi ha truffato la comunità costruendo abusivamente o macchiandosi di altri reati. Alle nostre latitudini ciò succede quotidianamente e getta discredito non solo sulle istituzioni ma anche sulla libertà di informazione. Lo denunciamo qui per sottrarci a questa logica del “comparaggio” e del “favore”, che altro non è che una sfumatura, neanche troppo velata, del comportamento mafioso.

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