Migranti: violenze e torture in Libia, due ergastoli a Palermo - QdS

Migranti: violenze e torture in Libia, due ergastoli a Palermo

Migranti: violenze e torture in Libia, due ergastoli a Palermo

mercoledì 19 Dicembre 2018
Carcere a vita per John Ogais, detto Rambo e Sam Ackom, accusati di avere torturato e violentato numerosi migranti in Libia prima della partenza per l’Italia.
 
Il gip del Tribunale Marcella Ferrara, ha emesso la sentenza di condanna all’ergastolo al termine della camera di consiglio.
 
John Ogais, nigeriano di 25 anni era stato arrestato dalla Polizia di Agrigento mente si trovava nel Cara "S.Anna" di Isola di Capo Rizzuto. E’ accusato di avere fatto parte di un’organizzazione criminale che gestiva la tratta di migranti tra la Libia e la Sicilia, di sequestro di persona, violenza sessuale,
omicidio aggravato e favoreggiamento di immigrazione clandestina.
 
Sarebbe stato responsabile di torture e sevizie nella prigione di "Alì il Libico", altro componente dell’associazione criminale, dove i
migranti aspettavano di partire.
 
Ogais sarebbe anche uno dei complici di Sam Eric Ackom, ghanese, arrestato poco prima sempre dalla Squadra
Mobile di Agrigento.
 
Terribili le testimonianze in cui i migranti hanno raccontato le torture subite dagli imputati.
 
"Durante la mia permanenza all’interno di quel ghetto da dove era impossibile uscire ho sentito che l’uomo che si faceva chiamare Rambo ha ucciso un
migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui
sono stati poi sottoposti", raccontava un testimone".
 
E ancora: "Ogni volta che dovevo telefonare a casa, lui mi legava e mi faceva sdraiare per terra con i piedi in sospensione e cosi, immobilizzato, mi colpiva ripetutamente e violentemente con un tubo di gomma in tutte le parti del corpo e in special modo nelle piante dei piedi tanto da rendermi poi impossibile camminare".
 
E poi elettrodi collegati alla lingua per scuotere con scariche elettriche, pentole di acqua bollente tali da provocare ustioni gravissime e naturalmente
stupri di gruppo. Oggi la sentenza con il rito abbreviato. Con il carcere a vita per i due imputati.

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