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Palermo – Tangenti nel palermitano arrestati tre finanzieri

redazione

Palermo – Tangenti nel palermitano arrestati tre finanzieri

venerdì 20 Dicembre 2013

Accusati di tentativo di concussione e corruzione

PALERMO – Avrebbero simulato presunte irregolarità emerse durante controlli fiscali e minacciato un imprenditore e un professionista di multarli se non avessero dato loro denaro: queste le accuse nei confronti dei tre finanzieri arrestati oggi dalle Fiamme gialle (insieme ad altre due persone) per un presunto giro di mazzette. I resti contestati sono tentativo di concussione, induzione alla corruzione e corruzione. I finanzieri si sarebbero detti disponibili ad aggiustare tutto in cambio di tangenti.
L’inchiesta che ha portato all’ arresto di tre finanzieri è scattata a maggio scorso, quando un imprenditore e un professionista si sono presentati al comando della Guardia di Finanza e hanno raccontato di avere subito un anomalo controllo fiscale. Hanno riferito di essere stati avvicinati da un vetraio, Silvio Greco, originario di Agrigento e da Gabriele Specchiarello, impiegato presso una ditta (entrambi arrestati) i quali hanno anticipato che da lì a poco sarebbe potuto arrivare un controllo fiscale che avrebbe portato a guai seri, ma li avrebbero anche rassicurati che c’era la possibilità di mettere tutto a posto. Per rendere tutto credibile, dopo qualche giorno si sono presentati i tre finanzieri (Ferdinando Rinaldo, Felice Monterosso e Tobia Imparato), che avrebbero messo in scena, come si legge nella misura cautelare “un finto e approssimativo controllo fiscale”.
Il Comando provinciale della Finanza, cui le vittime si sono rivolte, ha fatto presentare loro la denuncia e sono scattate le indagini della Procura, coordinate dall’aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Alessandro Picchi. Gli stessi finanzieri hanno immediatamente accertato che i tre colleghi, poi arrestati, non erano addetti alle verifiche fiscali, Rinaldo e Monterosso sono impiegati amministrativi, mentre Imparato lavora al settore Navale.
L’inchiesta è stata condotta grazie a intercettazioni e pedinamenti e nel corso dell’indagine sono stati accertati anche altri episodi di corruzione. Sempre con lo stesso metodo Greco e Specchiarello e i tre finanzieri avrebbero chiesto e ottenuto dal titolare di un distributore di benzina di Carini soldi e benzina gratis. Le vittime della banda sarebbero state diverse: tra loro anche alcuni pescatori di Isola delle Femmine che avrebbero consegnato ai militari arrestati pesce pregiato e soldi. In cambio venivano avvisati in anticipo dei controlli delle motovedette della Guardia di Finanza.

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