Una bella gatta da pelare per il presidente Fabio Giambrone (in carica da sei mesi), proprio nel momento in cui il cda sperava di avviare una massiccia opera di rilancio dello scalo anche in virtù degli accordi raggiunti con quattro compagnie aree (Air One, Volotea, Vueling e Ryanair) che hanno inaugurato, o lo faranno nei prossimi mesi, le proprie basi aree fisse all’interno dello scalo palermitano.
Ferrandelli (Pd): “Compensi invariati nonostante anni di bilanci in passivo”
PALERMO – L’attacco del deputato all’Ars Fabrizio Ferrandelli (Pd) sugli emolumenti è stato diretto: “In tempi di spending review si devono abbattere i costi della politica ma, nel contempo, si devono affrontare i costi delle partecipate. Non vorrei che si scoprisse che la governance di Gesap non sia stata altro che una ‘sgovernance’. I bilanci degli ultimi anni, infatti, sono sempre stati in passivo a fronte di lauti compensi destinati agli amministratori”.
Il presidente Gesap Fabio Giambrone ha replicato precisando che “va escluso da questa analisi il 2013, finalmente chiuso in pareggio” e ha inviato all’Ars un elenco dettagliato delle retribuzioni: si va dalla più alta, ancora il direttore generale Carmelo Scelta con 250 mila euro lordi annui, alla più bassa, il direttore commerciale Natale Chieppa con 130 mila. A confronto, quasi scompaiono i guadagni dello stesso Giambrone (33 mila euro annui) e dei consiglieri di amministrazione (29 mila).
“Da giorni – ha però tuonato Ferrandelli – cerco di rompere il ‘muro di gomma’ che circonda l’aeroporto Falcone-Borsellino e la sua gestione dai contorni poco chiari. Stipendi d’oro, consulenze stratosferiche per milioni di euro, appalti lumaca finanziati con fondi europei e tante altre situazioni poco limpide che emergono ora dopo ora. Tutto ciò mi ha spinto a sottoporre ai raggi X la governance di Gesap, chiedendo anche la rimozione dei vertici. Questo perché, a fronte del fatto che quasi tutti gli aeroporti italiani sono ormai gestiti per mano privata, la Gesap è praticamente pubblica e divisa fra la Provincia di Palermo, il Comune di Palermo, la Camera di Commercio, il Comune di Cinisi e altri azionisti minori”.
“Sul destino e sulla gestione dell’aeroporto – ha concluso – le istituzioni non possono rimanere in silenzio. Però è quello che sta accadendo e mi chiedo: con tutto quello che sta emergendo, i soci pubblici non hanno proprio nulla da dire? Perché questo silenzio? Un mistero”.
PALERMO – Il presidente Gesap, Fabio Giambrone, ha ammesso che “forse gli stipendi sono alti, ma allora dobbiamo fare un discorso sul sistema in generale, altrimenti si scade nella demagogia. Sono comunque tra i più bassi sia rispetto ad altri aeroporti, anche di minore portata, sia rispetto ai dirigenti di altri settori pubblici”.
La magistratura, però, pare voglia vederci chiaro anche su alcune consulenze d’oro: “Chi è a conoscenza di zone d’ombra porti le carte in Procura come abbiamo fatto noi”, ha sottolineato Giambrone, che sulla privatizzazione ha poi apertamente attaccato la Regione. “L’aeroporto – ha detto – è entrato in un gioco politico sbagliato. Non appartiene a nessuno, solo alla Sicilia. A luglio la Provincia si era presa l’impegno di ricapitalizzare, dopo l’estate si è tirata indietro bloccando di fatto l’operazione, a differenza di Comune e Camera di Commercio che hanno rispettato la parola data. In ballo non c’è solo il bando per l’advisor ma anche la licenza Enac”.
La privatizzazione coinvolgerà anche la Gh e le parti sociali sono in subbuglio: “L’ho già detto più volte ai sindacati – ha concluso Giambrone – e lo ribadisco: non c’è alcun rischio esuberi. In ogni caso sono sempre disponibile al confronto con i lavoratori”.