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Messina – Casa Serena: si riducono i fondi, il personale e i soggetti ospitati

Francesco Torre

Messina – Casa Serena: si riducono i fondi, il personale e i soggetti ospitati

giovedì 17 Luglio 2014

La decisione della Giunta, trasmessa alla cooperativa Azione sociale, ha suscitato le proteste dei sindacati. Il costo mensile della struttura passerà dai 249 mila € del 2013 a 130 mila €

Messina – Casa Serena subirà una cura dimagrante. La struttura comunale per anziani, che qualche mese fa veniva data per prossima alla chiusura, continuerà infatti a operare ma con poco più di un terzo del personale, la metà del finanziamento e una forte diminuzione del numero degli ospiti.
 
Lo ha deciso la Giunta mettendo per iscritto le condizioni in un documento inviato alla cooperativa Azione sociale, ma non ai sindacati: il costo complessivo di gestione mensile passerà dai 249 mila euro del 2013 a 130 mila euro; gli anziani che verranno ospitati non potranno essere più che una cinquantina; le unità di personale saranno ridotte da 104 a 38 (numero poi salito a 40). Per quanto riguarda gli altri lavoratori, previsto l’inserimento di un cospicuo numero nei bandi della cosiddetta 326 (che però prevedono un impegno triennale: e dopo?), mentre sarebbero una quindicina gli esuberi senza possibilità di appello. E questo è il motivo della forte tensione sindacale delle ultime settimane.
“Ecco gli effetti del pranzo pasquale”, ha ironizzato a caldo Clara Crocè di Fp Cgil, richiamando alla memoria l’evento a cui parteciparono il segretario generale Le Donne, alcuni consiglieri comunali tra cui la presidente Emilia Barrile e i rappresentanti della Cisl; incontro dirimente perché fino al giorno prima per la Giunta non vi era altra possibilità che la chiusura. Evidentemente, secondo la Cgil, quel giorno venne stipulato un patto informale in cui vennero separati i figli e i figliastri. Come peraltro sempre avvenuto, alla faccia delle dichiarate rivoluzioni dal basso.
Critiche all’amministrazione sul modus operandi e sulle decisioni adottate, però, sono arrivate anche da altre sigle sindacali. La Uil, per esempio, ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’assessore Nino Mantineo, che ha scelto la strada degli incontri bilaterali con le parti sociali, senza però rendere conto dei risultati dei singoli tavoli.
In realtà, comunque, la Giunta sta provando a prendere del tempo per perfezionare la strategia, il cui esito andrà comunque verso un doloroso quanto stravagante ridimensionamento: perché – si chiede la Cgil – si prevede l’utilizzo di un solo infermiere specializzato e al contrario di 3 uscieri?
Tutto ciò, poi, avviene in un momento particolare anche dal punto di vista economico, poiché i lavoratori del comparto sono indietro con i pagamenti di diverse mensilità, e non se ne comprende il motivo perché nel capitolato d’appalto tra il Comune e le cooperative che gestiscono i servizi vige l’obbligo dell’anticipo delle spettanze anche in assenza dei trasferimenti comunali. Insomma, la tensione è evidentemente alle stelle e nelle prossime settimane l’amministrazione sarà tenuta a dare delle risposte concrete e, stavolta, irreversibili.

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