Rifiuti, discariche da archiviare ma la differenziata da sola non basta - QdS

Rifiuti, discariche da archiviare ma la differenziata da sola non basta

Rosario Battiato

Rifiuti, discariche da archiviare ma la differenziata da sola non basta

giovedì 30 Novembre 2017

Il neo presidente ha chiesto tempo al governo nazionale per analizzare la situazione e trovare soluzioni. Come dimostrano diversi Paesi Ue, senza impianti energetici non si chiude il cerchio

PALERMO – Sui rifiuti si gioca la prima e decisiva partita della neonata Giunta del presidente Nello Musumeci. Un concetto ribadito nell’intervento dei giorni scorsi all’Ecoforum di Legambiente e certamente accelerato dai recenti fatti di cronaca che hanno confermato la tradizionale direzione del sistema rifiuti isolano, che viaggia tra discariche sature e malaffare. Buone nuove arrivano dagli ultimi dati relativi alla raccolta differenziata, presentati da Salvatore Cocina, ma le grandi città continuano a tirare giù una media che comunque resta ad almeno venti punti di distacco dal dato medio nazionale (Ispra 2017).
 
La ricetta dell’associazione del Cigno è sempre la solita. All’Ecoforum, Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente, ha ribadito che “restiamo fermamente contrari agli inceneritori ed a nuove discariche, l’unica strada è quella della raccolta differenziata e la realizzazione di un sistema di impianti che trasformi i rifiuti, in particolare l’umido, in risorse, a partire dal compost per la nostra asfittica agricoltura”.
 
Tutto condivisibile, perché il ruolo delle discariche si sta assottigliando ovunque in Europa, mentre nell’Isola detengono ancora circa l’80% dei rifiuti urbani. Tuttavia senza impianti di valorizzazione energetica, o termovalorizzatori, il futuro non potrà essere virtuoso. Lo dicono tutte le migliori esperienze europee – dai Paesi nordici alla Svizzera e alla Germania – e l’aveva ribadito anche Umberto Arena, ingegnere chimico e dottore di ricerca in ingegneria chimica, e professore ordinario di Impianti Chimici presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, in una recente intervista al QdS (leggi l’intervista).
 
L’importante è convincersi che non esiste una soluzione unica, una ricetta magica che risolva il problema senza impegni seri dei cittadini e delle istituzioni”, aveva dichiarato, perché non c’è “una opzione di gestione (riciclo, trattamento biologico, trattamento termico) che possa risolvere da sola il problema di una corretta gestione” in quanto “ogni opzione è necessaria (cioè non se ne può fare a meno) ma non sufficiente (cioè da sola non consente una soluzione corretta del problema)”.
 
La soluzione rifiuti zero, come confermato dai più importanti esperti in materia, è “un’utopia (sicuramente meritevole di essere considerata un ideale riferimento, senza però ridurla a mero slogan di facile presa) – ha aggiunto il professore – mentre l’obiettivo ‘discarica zero’ è raggiungibile con l’ausilio di scelte equilibrate e sostenibili”. Per Musumeci, che ha detto di voler ascoltare da vicino Legambiente, ci si augura che possa sentire da vicino anche docenti ed esperti in materia di rifiuti.

Intanto restano da sciogliere tutti i nodi insoluti, una matassa aggrovigliata da quasi due decenni di gestione emergenziale. Già firmate le prime due ordinanze di proroga per altrettante situazioni di emergenza, anche se Musumeci ha dichiarato di voler operare subito “una concreta inversione di tendenza”, perché “abbiamo la necessita’ di uscire fuori da questo vicolo cieco che pesa come un macigno sul cittadino-contribuente costretto a pagare sempre di più per un servizio sempre più scadente”.
 
Il problema non risiede nell’assenza di risorse – “anzi a volte restano inutilizzate”, ha aggiunto il neo governatore –, ma di certo nella loro gestione che non è sempre stata cristallina. A riprova di questo sistema malato e oscuro, nei giorni scorsi è scattata nel catanese l’ennesima operazione di pulizia sui rifiuti: si chiama “Gorgoni” ed ha svelato gli affari a basso profilo di un sistema che faceva da mediatore tra imprenditori e Comuni, operando sulla concessioni di appalti e penetrando in profondità nei sistemi di funzionamento della macchina pubblica. Notizie emerse dalle indagini della Dia di Catania che ha portato all’arresto di 16 persone, tra boss, mafiosi, imprenditori, funzionari comunali e anche un giornalista locale. Nel mirino la raccolta dei rifiuti dei Comuni di Aci Catena, Misterbianco e Trecastagni.
 
Intanto la Sicilia continua a crescere. Nei giorni scorsi è stato Salvo Cocina, dirigente dell’Ufficio speciale per la differenziata della Regione, a fornire gli ultimi dati e a denunciare, sul proprio profilo fb: “l’inefficienza delle 4 maggiori città della Sicilia che affossano la media regionale dal 30 al 23 %”.

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