La Regione spreca 2,9 miliardi di euro - QdS

La Regione spreca 2,9 miliardi di euro

Lucia Russo

La Regione spreca 2,9 miliardi di euro

mercoledì 15 Settembre 2010

Tagli possibili. Le istituzioni regionali da mettere a dieta.
Regionali privilegiati. In virtù dei contratti Aran Sicilia, in media lo stipendio di un dipendente regionale siciliano è 20 mila € più caro del dipendente della Lombardia.
Assessori-deputati. Agli assessori-deputati siciliani vanno 56 mila € l’anno di indennità assessoriale, agli assessori-consiglieri regionali lombardi, invece, vanno 28 mila euro ciascuno

 
PALERMO – Indennità di deputati e assessori, stipendi del personale regionale, consulenti, farmaci, cure fuori regione. I numeri della spesa per tutte queste voci sono sempre più alti di quelli della Lombardia nonostante questa regione, vicina alla nostra in estensione in chilometri quadrati, ha invece un numero di abitanti doppio: nove milioni contro i cinque milioni di siciliani.
Il ”Quotidiano di Sicilia” ha analizzato le cause della spesa più elevata, per un totale di 2,9 miliardi di sprechi,  che andrebbero rimossi in alcuni casi con leggi regionali abrogative di norme precedenti, per esempio l’equiparazione dell’Ars al Senato o l’istituzione dell’Aran Sicilia che fa contratti privilegiati per i nostri regionali. Ma in altri casi si tratta semplicemente di stabilire dei limiti e lo si può fare direttamente nella prossima finanziaria.
 
La Regione spreca 2,9 miliardi di euro, per la precisione 2 miliardi 930 milioni 440 mila euro. L’ultima Finanziaria regionale approvata (Finanziaria del 2010, l.r. n. 11/2010) pur contenendo il Titolo II “Razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica” non è intervenuta a ridurre i costi elencati in questa pagina, tutte voci oggetto delle inchieste del “Quotidiano di Sicilia”.
Lo abbiamo ribadito più volte: per dimezzare la spesa per il funzionamento dell’Assemblea occorre abrogare la legge regionale n. 44/1965 che equipara le indennità dei deputati regionali a quelle dei senatori così come gli stipendi di tutti i dipendenti dell’amministrazione parlamentare. E ancora: ridurre da 90 a 80 il numero dei rappresentanti, applicando lo stesso numero dei consiglieri regionali della Lombardia che sono chiamati a rappresentare il doppio dei nostri abitanti (9 milioni in Lombardia contro 5 milioni in Sicilia).
Per il presidente della Regione e i suoi dodici assessori la Regione paga indennità per un totale di 1,8 milioni di euro secondo il bilancio preventivo 2010. In Lombardia, invece, per il presidente della Regione e i suoi 16 assessori (quattro in più che in Sicilia), inclusi quattro sottosegretari, si spendono 610 mila euro l’anno.
Anche per i viaggi degli assessori le tasche della Regione sono bucate, visto che si stanziano 840 mila euro nel 2010 contro i 600 mila della Regione Lombardia. Ma non finiscono qui gli sprechi di Palazzo, visto che l’informatizzazione della Regione non è ancora completata e dunque con gli aggravi di un’amministrazione ancora cartacea, e poi c’è l’affollato autoparco della Regione con i numerosi autisti, tale che costa 800 mila euro in più di quello della regione Lombardia.
Dei consulenti di assessori e dirigenti generali la sorpresa maggiore è dovuta al fatto che la Regione siciliana ha il più alto numero di dirigenti tra tutte le Regioni d’Italia, 1 ogni 5,6 dipendenti, quindi non si capisce perché debba ricorrere a consulenti esterni spendendo fino a 2,5 milioni di euro contro 1 milione speso dalla Lombardia. La Finanziaria regionale 2010 si è occupata delle consulenze ma non per tagliare la spesa, bensì solo per dire che se non sono pubblicati su internet i relativi contratti, non sono validi.
 
Poi c’è il “bubbone” del personale della Regione che include più di seimila precari per raggiungere circa ventimila unità, tra dipendenti del comparto e dirigenti, contro i 3.200 dipendenti della Regione Lombardia. E non solo il numero esagerato ma anche gli stipendi più alti, grazie ad un sistema di contrattazione a parte – vedi Aran Sicilia – che fa sì che mentre in media un regionale in Lombardia ha uno stipendio di 65.870 euro, in Sicilia invece lo stipendio medio del regionale è di 87.234 euro.
Lo spreco si ripercuote anche nelle pensioni perché la Sicilia è l’unica Regione d’Italia a gestire direttamente le pensioni dei propri ex dipendenti, mentre nel resto del Paese ci pensa l’Inpdap. Questo comporta 8 milioni di euro da spendere per la gestione del Fondo Pensioni, e poi c’è la differenza tra quanto costerebbero le pensioni se si applicasse il metodo di calcolo a livello nazionale e quanto invece costano con la legislazione regionale: 39 mila euro l’anno a pensionato contro 23 mila per i pensionati statali e delle altre Regioni, per uno spreco totale di 234 milioni.
Per completare la descrizione di tutte le voci di spreco individuate dal “Quotidiano di Sicilia” ci sono pure le nove Province regionali che, se sostituite dai Consorzi di Comuni, consentirebbero di tagliare una spesa di 500 milioni di euro.
L’idea non dispiace né al presidente Lombardo né al vicepresidente Cimino. E allora quale occasione migliore della Finanziaria 2011 per tagliare liddove è possibile, anche iniziando gradualmente, per evitare che l’anno prossimo di questi tempi si ripeta la necessità di una manovra correttiva come quella annunciata in questi giorni. Pare infatti che alla Regione ci sia bisogno di recuperare 600 milioni di euro mancanti dalle entrate rispetto alle uscite dell’anno in corso.
Due voci del nostro elenco riguardano la sanità: i farmaci il cui acquisto se portato ai livelli della virtuosa Toscabna comporterebbe un risparmio di 400 milioni di euro e poi ci sono quei 185 milioni di euro di uscite che la Regone potrebbe evitare se riuscisse a portare il sistema sanitario a livelli di qualità tali che i pazienti siciliani non sarebbero costretti a preferire di curarsi fuori. Vediamo ogni giorno con i decreti pubblicati sulla Gurs, che la riforma della Sanità è portata avanti con impegno dall’assessore Russo. Ma nel sistema sanitario non bastano i piani aziendali, occorre anche la serietà professionale di tutti dal più semplice addetto amministrativo o sanitario, ai dirigenti medici e non.

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