Cascio: “La riduzione dei deputati non si ferma, anzi va avanti” - QdS

Cascio: “La riduzione dei deputati non si ferma, anzi va avanti”

Raffaella Pessina

Cascio: “La riduzione dei deputati non si ferma, anzi va avanti”

giovedì 24 Febbraio 2011

Il presidente dell’Assemblea regionale risponde alle nostre domande sui tagli alle spese. Ma la principale revisione è l’eliminazione dell’equiparazione al Senato

PALERMO – Ieri in redazione sono giunte le risposte alle domande del QdS al presidente dell’Assemblea regionale Francesco Cascio, pubblicate nella pagina dal titolo “Ars: come risparmiare 30 mln €” pubblicata mercoledi 23 febbraio.
In Emilia Romagna dalla prossima legislatura i consiglieri regionali rinunceranno  alla pensione.
Avendo Lei Presidente intrapreso una politica di forte contenimento della spesa cosa ne pensa: non si potrebbe operare una modifica del regolamento interno o di previdenza ed abolire il vitalizio anche all’ars come al Consiglio regionale dell’Emilia?
“Va precisato che la maggior parte dei deputati svolgono come unica attività professionale quella di  parlamentare, perciò se gli venisse tolto il vitalizio praticamente gli si toglierebbe l’unica fonte di reddito possibile una volta che avranno cessato l’attività politica.
“Sono anch’io per la strada del rigore, ma non può trascurarsi il fatto che, chi ha dedicato un intera vita alla politica e, quindi, non si è potuto dedicare ad altro, eliminato il vitalizio, verrebbe privato di ogni mezzo di sostentamento, senza considerare, inoltre, che, il vitalizio stesso è alimentato dalle trattenute operate sulle indennità in corso di mandato. A ciò aggiungo che, il confronto con l’Emilia Romagna non tiene assolutamente conto che sussiste fra noi e i vari Consigli regionali una severa distinzione che nasce dal nostro Statuto e che fu stabilita a suo tempo dalla stessa assemblea costituente, in virtù della quale il nostro modello parlamentare è assolutamente indipendente e il nostro apparato è equiparato al Senato della Repubblica, ovvero al sistema nazionale”.
Presidente Cascio Lei ha dichiarato al quotidiano Repubblica di voler ridurre di 10 e non di 20 unità i deputati portandoli da 90 a 80 e non a 70. In Emilia per 4,5 milioni di abitanti ci sono 50 consiglieri. E addirittura in Lombardia per 9 milioni di abitanti ci sono 80 consiglieri? Non sarebbe più utile scendere a 70?
“Quello che io ho dichiarato e che ribadisco è che la bocciatura da parte della commissione Affari Istituzionali del ddl che prevede la riduzione dei deputati regionali da 90 a 70 è stato un fatto negativo, perché occorreva dare, invece, un ulteriore segnale in direzione della riduzione dei costi della politica. Comunque, come è noto, proprio a fronte di questo mia convinzione, ho portato ugualmente in Aula il testo in origine esaminato dalla stessa commissione avvalendomi delle prerogative consentitemi dal regolamento. Ciò ha messo l’Aula nelle condizioni di esprimersi sul testo e di salvarlo, manifestando, infatti, la stessa un voto contrario rispetto al parere della commissione, dove, conseguenzialmente e per fortuna, quindi, questo ddl sulla riduzione ora è tornato per proseguire il suo iter. Certo, non può trascurarsi che la questione è spinosa e poi, il fatto che, anche a livello nazionale, si tenta da almeno 4 legislature di lavorare sulla riduzione del numero dei parlamentari senza mai riuscirci, lascia pensare che anche qui dovremmo ancora attendere del tempo affinché si pervenga a un tal  risultato.

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