Con il Cad spese ridotte fino al 15% - QdS

Con il Cad spese ridotte fino al 15%

Grazia Ippolito

Con il Cad spese ridotte fino al 15%

sabato 07 Maggio 2011

Forum con Francesco Beltrame, presidente Ente nazionale digitalizzazione della Pa

Quali sono le novità introdotte dal nuovo Codice dell’amministrazione digitale (Cad) entrato in vigore a gennaio di quest’anno?
“Il Cad (previsto dal decreto legislativo 235 del 2010) introduce novità significative rispetto al Codice dell’amministrazione digitale del 2005 (decreto legislativo 82). Questa riforma risponde all’esigenza di mettere a disposizione delle amministrazioni e dei pubblici dipendenti strumenti in grado di incrementare l’efficienza e l’efficacia del sistema pubblico. Il Codice rappresenta la transizione da una fase sperimentale, in cui le Pa potevano arbitrariamente decidere se applicare o meno quanto previsto dal Codice, a una fase di diffusione progressiva, caratterizzata da un carattere di esigibilità da parte dei cittadini, delle imprese e delle categorie professionali. Prevede inoltre precisi tempi di realizzazione e sanzioni per gli enti non adempienti. è importante sottolineare che l’introduzione del Cad non rappresenta un provvedimento isolato. Sono quattro i provvedimenti legislativi degli ultimi tre anni che, seppur apparentemente distanti tra loro nei contenuti, vanno considerati come profondamente incardinati perché finalizzati a dare un governo al sistema economico del Paese”.
Quali sono questi provvedimenti?
“Il primo provvedimento è la legge 196 del 2009, riguardante la contabilità di Stato, con la quale si passa da un bilancio dello Stato suddiviso in capitoli al concetto di bilancio full cost. Il secondo è la legge 203 del dicembre 2008 (legge Finanziaria per l’anno 2009) che introduce il concetto di performance e il dividendo per efficienza. Il terzo provvedimento, avente forza di legislazione primaria, è il decreto 150 del 2009 (altrimenti detto decreto Brunetta) che stabilisce la distribuzione del dividendo dell’efficienza in tre fasce. Il quarto è il decreto legislativo 235 del 2010 che introduce il Cad”.
In che modo questi provvedimenti sono legati tra loro?
“In Italia la spesa della Pubblica amministrazione per l’Ict ammonta a 5 miliardi di euro l’anno, così suddivisa: 1,7 miliardi per la Pac (Pa centrale), 1,7 miliardi per la Pac (Pa locale) e la restante parte destinata al sistema sanitario. Il Cad consente di razionalizzare queste spesa con un risparmio annuo del 10-15%. Questo risparmio costituisce un pozzetto di risorse che, secondo la legge Finanziaria 2008, viene utilizzato come dividendo dell’efficienza. In poche parole, la retribuzione dei dirigenti della Pa prevede una quota variabile che si lega agli obbiettivi raggiunti e che, grazie a queste risorse, può essere incrementata fino al 30% secondo requisiti meritocratici. La distribuzione di tali risorse avviene secondo tre fasce di merito ed è strettamente connessa alla possibilità di quantificare e misurare la performance dei dirigenti. Tale misurazione è resa possibile solo attraverso il passaggio dal bilancio in capitoli al bilancio full cost (previsto dalla legge 196 del 2009), fondamentale tra l’altro per il federalismo fiscale, che fa proprio il concetto di costi standard. Vengono dunque ‘misurati’ i servizi che ogni direttore generale è in gado di erogare ai cittadini e alle imprese e, in base a tale calcolo, il dirigente rientra all’interno di una fascia di efficienza, a cui corrisponde un incremento percentuale della retribuzione percepita”.
In che modo i provvedimenti che ha illustrato contribuiscono, come dice lei, a dare un governo al sistema economico del Paese?
“La digitalizzazione del Paese consente una regolazione e una stabilizzazione dell’intero sistema economico italiano che, da un lato, ben si coniuga con il federalismo, dall’altro sposa in pieno l’agenda digitale europea e contribuisce all’internazionalizzazione dell’Italia. Rappresenta inoltre un eccellente declinazione di quel principio di sussidiarietà che il Paese da sempre persegue. Scopo del nuovo Codice dell’amministrazione digitale è quello di porre l’innovazione tecnologica al servizio della Pa. La digitalizzazione delle attività amministrative rappresenta uno dei presupposti per la modernizzazione degli enti pubblici e quindi dell’intero sistema”.
 

 
Anche la giustizia va digitalizzata. Vantaggi da pagamenti e notifiche on line

Quali sono le novità nell’ambito della Giustizia?
“Il Piano e-Gov 2012 individua nella digitalizzazione della Giustizia un obiettivo prioritario. L’accordo tra il ministro della Giustizia Alfano e il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione Brunetta è finalizzato all’attivazione di alcuni servizi digitali e alla riduzione dei tempi dei processi. Il Governo ha promosso un piano per la digitalizzazione della giustizia che in alcune realtà giudiziarie è stato già attuato. Gli obbiettivi principali sono: ridurre i tempi del processo, facilitare il lavoro dei magistrati, razionalizzare la spesa, digitalizzare alcune attività per liberare risorse umane da impiegare in altre attività, agevolare i cittadini e le imprese. Le linee di intervento sono: digitalizzazione degli atti, pagamenti on line e notifiche on line”.
Per fare giusto un esempio, quali sono i vantaggi della notifica on line?
“Molti processi oggi vanno in prescrizione per difetto di notifica. Molti avvocati, fino a questo momento, non comunicavano al Tribunale l’eventuale difetto di notifica in modo da allungare i tempi del processo. Questo non sarà più possibile. Inoltre il personale che finora si è occupato di recapitare le notifiche (circa 4 mila addetti, corrispondenti al 10% del personale del ministero di Giustizia) potrà essere impiegato in attività più proficue. Per quanto riguarda invece i pagamenti, l’obiettivo è quello di permettere ai soggetti esterni (per esempio gli avvocati) di pagare telematicamente i contributi previsti per l’iscrizione a ruolo di una causa e il rilascio di copie”.

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