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Palermo – Resta sulle strade palermitane quel pericolo chiamato amianto

Luca Insalaco

Palermo – Resta sulle strade palermitane quel pericolo chiamato amianto

venerdì 10 Luglio 2009

Ci si mette anche la burocrazia, con innumerevoli passaggi da attuare prima di poter intervenire. I cittadini lo gettano come un normale rifiuto. Lo smaltimento va a rilento

PALERMO – La prassi vuole che gli operai Amia guardino e passino oltre, lasciando così l’amianto “a prendere aria” anche per settimane. Negli angoli più disparati della città capita sempre più spesso di scorgere lastre di eternit abbandonate per strada.
I costi non propriamente accessibili di smaltimento fanno sì che i privati non trovino altro modo per disfarsi dei manufatti contenenti amianto che scaricarli nel primo spazio libero sotto casa, trasformando così le pubbliche vie in bombe a orologeria. La nocività per la salute umana dell’amianto deriva dalle dimensioni infinitesimali delle sue fibre (una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano) che le rendono impercettibili, nonché dall’estrema volatilità che si traduce in facile inalabilità. Le polveri di amianto, tuttavia, se respirate, possono determinare danni gravi, spesso irreversibili, principalmente a carico delle vie respiratorie e patologie come l’asbestosi, il cancro polmonare, ed il mesotelioma.
Proprio per la loro pericolosità i materiali non possono essere movimentati dai comuni netturbini, ma da personale altamente specializzato, equipaggiato con idonei mezzi di protezione delle vie respiratorie e indumenti protettivi (vale la pena ricordare che l’emergenza rifiuti del mese scorso è stata originata dalla mancata dotazione di guanti e scarpe agli operai dell’Amia).
Ormai da alcuni anni, l’azienda di nettezza urbana si avvale quindi di una ditta esterna di Brancaccio per il prelievo dei materiali e per il loro successivo smaltimento, ma la burocrazia finisce per dilatare i tempi e conseguentemente i rischi derivanti dall’esposizione alle fibre-killer. L’iter prevede che l’Amia debba prima chiedere l’autorizzazione dell’Ausl e solo dopo, ottenutala, indichi alla ditta esterna l’area presso la quale intervenire. Con il risultato che, dalla segnalazione alla raccolta, possono passare anche delle settimane.
“Se i cittadini gettano in strada i materiali dipende dalla loro coscienza” dicono dall’Amia, facendo notare inoltre le sanzioni penali previste per chi viene sorpreso a gettare rifiuti ingombrati in strada. In Sicilia, va ricordato, mancano le discariche autorizzate per lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto e il sito idoneo più vicino si trova in Calabria. L’amianto raccolto in città oltrepassa i confini nazionali e viene spedito all’estero. Un lungo viaggio per essere smaltito.
 

 
Pneumatici. L’altra cattiva abitudine della città
 
PALERMO – Lo pneumatico, inquilino abituale delle strade palermitane. Solitari o accatastati accanto ai cassonetti della spazzatura, la presenza di pneumatici “fuori uso” è, come per l’eternit,  ormai una tanto molesta quanto costante abitudine in città. Il fatto che tali rifiuti non vengano interessati dai roghi appiccati come strumento alternativo di smaltimento della munnizza, diventa così una necessità resa più stringente dalla tossicità dei loro fumi.
“L’azienda – fa sapere l’Amia – si occupa di ritirarli per farli successivamente smaltire a ditte terze. I privati che devono smaltire i pneumatici possono restituirli al fornitore, ovvero al gommista, che ha l’obbligo di farsi carico dello smaltimento”. Insomma, assicurano dall’azienda, non avrebbe senso affidarsi ad un’azienda specializzata, per poi consentire che finiscano comunque tra indifferenziato a Bellolampo. “Oltre tutto – precisano – ci sono sempre dei controlli specifici”.

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